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“Eri il migliore”. Gli amici ricordano Massimiliano, morto a 42 anni

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"Eri il migliore"

“Eri il migliore”: tanti messaggi di affetto per Massimiliano Cairo, il rugbista scomparso a soli 42 anni a causa della leucemia.

“Eri il migliore”

Un male scoperto all’improvviso, combattuto con forza ma che infine, purtroppo ha avuto la meglio. Il rugby e la Valsesia piangono Massimiliano “Jack” Cairo, 42 anni. Nell’ultimo periodo si era trovato a lottare contro il male scoperto quasi per caso. Il funerale è stato celebrato al castello di Prato Sesia. La notizia della sua scomparsa è circolata in fretta. Giocava da tempo nel Rugby Gattico, per lui la palla ovale era un passatempo, un modo per stare in compagnia con gli amici. Nella vita di tutti i giorni abitava a Prato Sesia e lavorava a Gattinara alla Lavazza dove lo piangono i colleghi.

Il Rugby Gattico

Con un post su Facebook il Rugby Gattico ha voluto dare l’addio al suo “Jack”. «E’ una terribile notizia quella ricevuta. Il nostro compagno di squadra, amico e fratello Massimiliano “Jake” Cairo ha passato la palla. Il nostro cuore ha una crepa e siamo sommersi dal dolore. Alla sua famiglia, a Gabriella va tutto il nostro cordoglio e il nostro abbraccio».
Massimiliano Cairo era uno di quei giocatori che non mollava mai, così in campo come nella vita. Il suo look non passava inosservato: baffo curato e capello lungo. Era specializzato nel caricare il gruppo. Correre a perdifiato su un campo verde o di terra con la palla ovale tra le mani per lui era una vera liberazione. Anche gli amici di Gattico lo ricordano per la sua tenacia: «Jack per noi è stato un esempio di grinta e voglia di vivere, in campo e nella vita. Mai tirarsi indietro, mai abbassare la testa. Voglio pensare che la sua sia stata una partita giocata al massimo fino in fondo… anche contro il terribile avversario che si era trovato di fronte improvvisamente. Ciao Jake… ciao vecchio pirata».

“Una persona speciale”

Sui social la notizia ha iniziato a circolare e sono state tante le testimonianze di vicinanze verso la famiglia distrutta dal dolore. «Come si fa in fretta , bisognerebbe ogni tanto soffermarsi ,non solo quando succedono queste cose ,ma sempre!! Ciao Max, un abbraccio alla tua famiglia», scrive un’amica.
I compagni di squadra sono distrutti dal dolore. Speravano in fondo di rivedere il loro “Jack” tornare a correre sul campo.
L’amico Gianluca Ubertini sui social scrive: «Eri il migliore di tutti noi. Una persona speciale. Abbiamo condiviso con gli altri la tensione e l’adrenalina negli spogliatoi prima della partita, il freddo, il sudore, il male di ogni partita, di ogni allenamento. Ma sapevamo che se avessimo vinto, ci saresti stato tu a intonare la nostra “haka” e se avessimo perso, non importa, avremmo cantato insieme bevendoci una birra o uno di quei whiskey che solo tu conoscevi. Non eri di tante parole, ma le tue erano sempre perle, di saggezza o di graffiante ironia. Mi manca ogni momento vissuto insieme, ma mi mancano di più le partite che sognavo di poter giocare al tuo fianco, una volta passato questo momento, per poter gridare insieme al mondo la nostra voglia di vivere. Addio amico mio».

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