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Fabbriche riaperte: il vero timore è sugli ordini fra due mesi

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Fabbriche riaperte: il vero timore è sugli ordini fra due mesi. «Il comparto manifatturiero italiano è leader in Europa, secondo solo dopo quello tedesco e quinto nel mondo. Bisogna aiutare subito e in maniera efficace le aziende a ripartire».

Fabbriche riaperte: il vero timore è sugli ordini fra due mesi

Il presidente di confindustria Novara Vercelli Valsesia, Gianni Filippa, fa il punto sulla “fase 2”, quella che dovrà riportare il Paese in carreggiata. La tempistica è fondamentale, sostiene Filippa, pena il fallimento del sistema Italia. «La situazione è tragica – dice l’industriale – non solo per le fabbriche ma per tutte le imprese, in particolare penso ai piccoli imprenditori, agli artigiani, ai ristoratori, ai commercianti. Attualmente pochi di loro lavorano. Chi invece è ripartito, parlo delle fabbriche, si trova a sostenere costi più alti a fronte di ricavi inferiori. Tutte le regole, messe giustamente in campo per contenere l’epidemia, dalle mascherine al distanziamento delle postazioni di lavoro fino ai turni, comportano delle spese aggiuntive».

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Le difficoltà maggiori tuttavia, secondo Filippa, arriveranno tra qualche mese. «In questo momento quasi tutte le industrie hanno ancora lavoro perché hanno ordini fermi da prima del lockdown; nell’ipotesi migliore si sta lavorando all’80%. Il rischio vero si manifesterà però tra due, tre mesi: il mercato interno è fermo e l’export, vista la situazione mondiale, è quello che è. In un quadro simile temo che moltissime aziende resteranno senza lavoro; per questo motivo devono essere messi in campo subito aiuti concreti. Abbiamo bisogno che tutto il sistema inizi a funzionare. A questo proposito è ottimo il decreto della Regione Piemonte che stanzia 2500 euro per le piccole imprese, ma è necessario che questi soldi vengano erogati in modo veloce, riducendo la burocrazia al minimo. Inoltre, velocizzando i tempi, si incentivano anche psicologicamente i piccoli a ripartire. Poi però bisogna iniziare a ragionare su quello che sarà il futuro».

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