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Famiglia salvata dall’hotel Rigopiano ringrazia vigile di Portula

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”Ma anche un piccolo gesto riesce a toccare il cuore, rimane per sempre custodito nell’anima”. Donata una targa a Roberto Scalcon

Per ringraziarlo, a Natale la famiglia gli ha fatto avere una targhetta con la foto di tutti loro, riuniti all’ospedale di Pescara dopo la grande paura: “Si dice che nulla è per sempre. Ma anche un piccolo gesto riesce a toccare il cuore, rimane per sempre custodito nell’anima”. Questo il messaggio che la famiglia Parete ha voluto lasciare a Roberto Scalcon, vigile del fuoco di Portula, che un anno fa fu tra i primi ad arrivare all’hotel Rigopiano sommerso dalla valanga. E fu tra coloro che tirarono fuori dalle rovine il piccolo Gianfilippo Parete e la madre Adriana. Roberto Scalcon era partito dal comando di Biella con una squadra del Piemonte, formata da tecnici abilitati a interventi sulla neve e valanghe per cercare di trarre in salvo chi è scampato a questo terribile disastro.

Tra i sopravvissuti, la famiglia Parete ha continuato a tenere i contatti con chi l’aveva tratta in salvo. La vicenda è nota alla cronaca e ha tenuto col fiato sospeso gli italiani che hanno seguito in televisione le varie fasi dei soccorsi. Giampiero Parete era il cuoco, che era uscito dall’hotel, per prendere in macchina le medicine dei suoi figli, ed era stato testimone del dramma che aveva colpito l’hotel e aveva inghiottito la sua famiglia. Tra i primi estratti, il 20 gennaio dello scorso anno la moglie Adriana, il figlio Gianfilippo, e alla sera alle 18 la piccola Ludovica.

«Siamo rimasti in contatto con la famiglia – spiega Scalcon – ci avevano anche invitati al compleanno di Ludovica, ma non siamo riusciti ad andare. Vedremo comunque di scendere a trovarli. La targa che mi hanno donato è un ricordo davvero importante e significativo, che scalda il cuore. L’altro giorno, primo anniversario della tragedia, ho deciso di andare a correre in montagna per ricordare quei momenti, la gioia quando abbiamo estratto le persone ancora in vita e il rammarico per quelli che purtroppo non ce l’hanno fatta».

Durante l’emergenza i soccorritori hanno lavorato senza sosta, per localizzare le persone ancora in vita, utilizzando anche delle cartine dell’albergo, mani nude, con le pale e tutti i sistemi tecnologici di cui potevano disporre. E gli sforzi delle squadre di soccorso sono stati premiati con il ritrovamento di persone in vita, tra le quali i quattro bambini che erano all’interno della struttura e che sono stati messi in salvo.

E dopo un anno, Roberto Scalcon ha voluto postare un breve pensiero su Facebook: «Esattamente un anno fa – si legge – estraevamo da quel che rimaneva dell’hotel Rigopiano il piccolo Gianfilippo e a seguire la sua mamma Adriana. Non dimenticherò mai il momento in cui Mauro Cavallo, da dentro quel buco che aveva scavato con Danilo Bevilacqua e Luca Moia, mi ha comunicato che avevamo trovato i superstiti e che i bambini erano tutti vivi. Incredulità, gioia, commozione, emozioni forti che sono state scolpite nella nostra anima. Oggi ho voluto ricordare quei momenti e quelle persone che lì sotto hanno perso la vita. In solitudine correndo sulle montagne innevate».

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