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Faro dei Caduti trasformato in ripetitore: sconcerto a Grignasco | LE FOTO

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Faro dei caduti diventa un sostegno per le antenne ad Ara: i frazionisti indignati.

Faro dei caduti diventa un ripetitore

Vent’anni dopo la fine della guerra, ad Ara è stato costruito un monumento in ricordo dei Caduti per la Libertà. Ora il cippo è diventato un ripetitore per la telefonia mobile e la rete veloce. Una sconcertante trasformazione d’uso quella compiuta sul cippo che da oltre mezzo secolo svetta sulla collina di Ara che sta preoccupando non poco i frazionisti, primo fra tutti il proprietario del terreno su cui lo stesso monumento sorge. «Era il 1964 quando la mia famiglia decise di cedere con piacere al Comune quel pezzo di terreno per edificare il faro in ricordo dei tanti grignaschesi che perirono in guerra a nome della libertà – racconta Andrea Noè -. Poi negli ultimi anni abbiamo purtroppo assistito a un intervento sempre più preoccupante su quest’opera: sono spuntate una dopo l’altra le antenne sul palo che sostiene il faro, senza che nessuno mi avvisasse né tantomeno mi chiedesse il permesso di passare sul nostro terreno».

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La cabina elettrica

Nei giorni scorsi la ciliegina sulla torta: «Hanno installato una cabina elettrica proprio a ridosso della base del faro come se il tutto fosse di loro proprietà. Sono arrivati quattro, cinque furgoni, che tra l’altro passano su una strada privata come se nulla fosse, e nel giro di qualche giorno ci siamo ritrovati con questa cabina in ferro addossata al monumento. Risultato? Un vero obbrobrio di cui non sappiamo a chi dire grazie».

L’ambiente

Ora l’obiettivo del grignaschese è fare chiarezza sulla vicenda. «Voglio capire chi è il responsabile di tutto questo, cosa che si sta rivelando tutt’altro che facile – riferisce Noè -. Ho già contatto amministrazioni ed enti ma si scaricano la responsabilità a vicenda. Mi auguro, come minimo, che tolgano quanto prima quella centralina. Il tentativo di camuffarla nella vegetazione circostante tinteggiandola di verde ha solo peggiorato il risultato. Non solo si è mancato di rispetto a un monumento ai Caduti, ma pure all’ambiente dal momento che ci troviamo all’interno del parco naturale del Monte Fenera, quindi in una area protetta. Non capisco come si è potuto permettere finora tutto questo».

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