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Febbre da Pokemon-Go in Valsesia: Tornadus catturato ad Alagna

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Ma attenzione a non incappare in qualche guaio

E’  febbre-Pokemon Go anche in Valsesia. Ma soprattutto in alta valle, dove è più difficile trovare personaggi. Il motivo? A volte la connessione internet non è ottimale e piazzare i propri Pokemon non è sempre così agevole. I personaggi presenti nei centri dell’alta Valsesia sono però di qualità. E’ notizia dei giorni scorsi della cattura di un raro Pokemon Tornadus ad Alagna. «E’ stato avvistato in piazza – spiegano nel sito ufficiale -. A catturarlo è stato Roberto, studente di matematica in vacanza in Valsesia». E proprio il protagonista sul sito commenta: «Stavo andando in bicicletta quando ho sentito il mio smartphone vibrare, subito mi sono messo alla ricerca del Pokemon, l’ho trovato e catturato». Ora si attende di vedere se qualcuno riesce a piazzare un personaggio magari in un rifugio, sarebbe di certo una sfida non da poco. Ma intanto per ampliare sempre di più il raggio d’azione  sono nati anche un gruppo Facebook e un gruppo WhatsApp di Pokemon Go Valsesia. Chi volesse essere aggiunto deve inviare  un messaggio privato alla pagina con il proprio numero di telefono e andare alla ricerca di mostriciattoli. 

A distanza di circa vent’anni dalla loro nascita, i Pokemon sono tornati in auge con il nuovo videogioco ideato per gli smartphone, in pochi giorni diventato un successo mondiale. Il gioco permette di creare un proprio profilo, per poi andare a caccia di Pokemon selvatici. I giocatori meno giovani possono scordarsi le lunghe sessioni di Game Boy sul divano: con “Pokemon go” occorre spostarsi fisicamente per potere catturare le creaturine. Ed è anche una sorta di scoperta del territorio. Infatti la ricerca di Pokemon permette davvero di scoprire angoli inesplorati. 

Al momento dell’accesso al gioco, mediante gps viene identificata la posizione del giocatore su una mappa. Occorre muoversi per avere più possibilità di incontrare i mostriciattoli. Quando sulla mappa ne appare uno, si può attivare la realtà aumentata: la fotocamera del cellulare inquadrerà il Pokemon sullo sfondo del mondo reale. A quel punto è possibile tentare di imprigionare la creatura in una “sfera Poké”.  Non manca l’aspetto culturale: in corrispondenza di alcune attrazioni di interesse storico o artistico, sono stati posizionati dei “Pokestop”, ossia punti di ristoro virtuali in cui si ricevono oggetti utili per giocare. 

Alla base del gioco c’è soprattutto il divertimento, ma occorre prestare attenzione perchè il rischio è incappare in qualche guaio. Così come negli Stati Uniti anche in Italia le forze dell’ordine hanno lamentato un aumento degli incidenti a causa della disattenzione da Pokemon. A Torino un ciclista è stato fermato in giro per la città perchè invece che guardare la strada era concentrato sul suo smartphone alla ricerca di personaggi.