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Ferrovia Arona-Santhià su un binario morto: non riaprirà

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Ferrovia Arona-Santhià su un binario morto: non riaprirà.  Al tavolo tecnico tra sindaci e neo assessore ai trasporti della Regione Piemonte sono emerse ben poche possibilità, ma amministratori locali e pendolari chiedono di sedersi nuovamente al tavolo.

Ferrovia Arona-Santhià su un binario morto: non riaprirà

Il neo assessore regionale Marco Gabusi ha parlato chiaro: senza significativi aumenti di disponibilità finanziaria non si sente di promettere interventi che non si possono attuare. «Sicuramente in politica bisogna parlare chiaro e l’assessore regionale ha fatto bene a dire come stanno le cose – interviene il sindaco di Gattinara Daniele Baglione -. Ma la questione è che è la riattivazione della linea Arona-Santhià è una priorità e cercheremo di portare a casa il risultato». Di recente Baglione con altri amministratori del territorio avevano incontrato anche l’amministratore di Rfi che si era detto anche disponibile, chiarendo che l’input sarebbe dovuto arrivare dalla Regione. «Allo stato attuale – riprende Baglione – da quello che ha detto l’assessore regionale non ci sono le risorse economiche. Ma la linea che dobbiamo sviluppare è chiara: dobbiamo cercare i fondi per ridare un servizio al territorio».

La delusione dei pendolari

La posizione dell’assessore regionale ha lasciato l’amaro in bocca ai pendolari. Sulla questione interviene infatti l’associazione “Linea ferroviaria Torino-Svizzera”: «Da un punto di vista contabile e senza una prospettiva per il territorio la considerazione dell’assessore regionale è corretta, ma è del tutto evidente che la riduzione della discussione circa l’apertura di una ferrovia così importante a meri calcoli contabili sia contro qualunque politica di sviluppo socio-economica».

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4 Commenti

1 Commento

  1. Angelo

    17 Settembre 2019 at 11:59

    Buongiorno
    l’assessoreGabusi, non ha la volontà di aprirequesta linea, perchè p le risorse finanziarie ci sono, ha solo di adoperarei fondi europei pe iTPL lui preferisce il TPL su gomma e non su rotaia

  2. Roberto Borri

    17 Settembre 2019 at 14:04

    Purtroppo, non è un mistero che l’illustrissimo Signor Assessore sia amico di un gestore di autolinee con sede legale nella Città in cui era Sindaco e, pertanto, ha una smodata predilzione – ed è prudente limitarsi a questo termine – per il trasporto stradale. Inoltre, la linea Santhià – Arona, regredita dal ruolo di linea di grande comunicazione al rango di complementare, viene concepita solo in termini di trasporto locale per utenza pendolare e non già per quello che effettivamente è: un collegamento dalla Costa Azzurra, il Piemonte e Torino alla Svizzera ed al Passo del Sempione.

  3. Michele Massaro

    17 Settembre 2019 at 18:59

    Gabusi non dice tutta la verità. Se tagliasse i bus intercomunali che fanno le stesse tratte dei treni si ricaverebbero almeno 100 milionin l0 anno. Se si riorganizzasse suddetto trasporto su gomma e lo si rendesse di adduzione al ferro quest’ ultimo avrebbe più passeggeri. Occorre anche un aoraio cadenzato e coincedenze sul modello Svizzero e una riorganizzazione del sistema ferro che consideri le linee secondarie di adduzione al trasporto a medio e lungo raggio!!!

  4. Roberto Borri

    17 Settembre 2019 at 22:25

    DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
    AI DIRIGENTI E AI DIPENDENTI DEL GRUPPO
    FERROVIE DELLO STATO ITALIANE

    Sala Clementina
    Lunedì 16 settembre 2019

    Signor Amministratore Delegato, Signore e Signori Dirigenti, saluto con cordialità tutti Voi, e ringrazio il Dottor Battisti per le sue cortesi parole.
    Le Ferrovie dello Stato sono per il Paese un fondamentale mezzo di trasporto e connessione, oltre a rappresentare un sostegno e un incentivo per lo sviluppo economico e sociale. Esse costituiscono una articolazione capillare che unisce le varie zone del Paese sia dal punto di vista pratico che ideale, favorendo lo scambio di persone e di merci, di esperienze e conoscenze, di cultura e di ricchezza.
    Come Dirigenti, Voi portate, a nome della collettività, una grande responsabilità. Anzi tutto, nei confronti dei dipendenti, che siete chiamati a guidare e dei quali organizzate le mansioni. Possano trovare sempre in Voi dei modelli di dedizione e disinteresse, capaci di unire la fermezza, propria di chi deve decidere, alla comprensione di chi ha a cuore le problematiche e i bisogni concreti delle persone. La Vostra responsabilità si estende anche a quanti, saltuariamente o con cadenza quotidiana, usano il treno come mezzo di trasporto, per recarsi al lavoro o per turismo, o per raggiungere i propri cari, che abitano lontano. Infatti, lo sforzo di rendere sempre più efficiente il servizio ferroviario influisce non poco sulla loro qualità di vita, rendendo più spediti e confortevoli i loro spostamenti. La Vostra attività si allarga poi all’intera società, visto che la qualità del trasporto ferroviario incide su tante dinamiche sociali e sulle stesse prospettive economiche del Paese.
    Molteplici sono le questioni che Vi sono affidate, da quelle relative alla sicurezza sul lavoro alla gestione degli appalti, dalla sostenibilità ambientale agli aspetti normativi e all’interazione con il territorio, perciò è grande l’impegno che vi è richiesto e che vi auguro di adempiere con passione, per lavorare con quel di più di cura, disponibilità e creatività che è proprio di chi ama le realtà e le persone a cui serve.
    Voi festeggiate, quest’anno, il primo decennio dell’Alta Velocità: un’opera pubblica di importanza strategica, che realizza un collegamento essenziale lungo gli assi principali del Paese e, ogni giorno, offre a migliaia di passeggeri un servizio di notevole qualità. Sono davvero sensazionali i progressi compiuti e le innovazioni introdotte in questo breve arco di tempo, che ha visto l’aumento della rapidità negli spostamenti, l’incremento dei servizi e dei comfort per i passeggeri, un’interazione sempre più forte con i territori e con altri mezzi di trasporto, oltre ad un grande sviluppo delle stazioni dell’Alta Velocità.
    Questa rapida evoluzione scaturisce da un’accurata e avveduta progettualità, della quale Voi Dirigenti, insieme ai vertici dell’Azienda, Vi fate interpreti e promotori. In una società in così rapida evoluzione, come la nostra, è imprescindibile formulare un progetto chiaro di azione, ispirato ad una visione del futuro che si sta costruendo, da adattare via via sulla base delle nuove circostanze.
    Tale visione è frutto di approfondimento e studio, richiede la collaborazione con esperti ed una conoscenza approfondita delle dinamiche della società, ai cui bisogni vuole rispondere. Essa, ancor più che in passato, dovrà essere una visione d’insieme sulla realtà e sui problemi, perché mai come oggi bisogna riconoscere che gli individui, i gruppi, le comunità locali e gli Stati non sono realtà a sé stanti: la globalizzazione ci mette davanti all’urgenza di lavorare e pensare insieme, perché non siamo isole, ma siamo piuttosto dei punti di raccordo.
    Siamo, in modi diversi e ognuno secondo la sua posizione, degli snodi. Lo snodo pone in collegamento, permette il passaggio da una strada all’altra, da una rotaia all’altra; chi fa da snodo non ragiona solo per sé, ma moltiplica le relazioni e i progetti condivisi, sapendo che il bene dei singoli e delle comunità, ad ogni livello, passa dal bene di tutti, quindi dal bene di ognuno degli altri.
    Vorrei formulare il mio augurio per le Ferrovie italiane con tre qualità: che possano essere sempre più attrattive, sostenibili e solidali.
    Siano attrattive perché capaci di richiamare investimenti, di migliorare la qualità, di favorire gli scambi commerciali e generare nuove realtà imprenditoriali. Siano attrattive perché sempre più belle, luoghi dove ci si sente accolti e a proprio agio, e dove diventa gradevole tornare.
    Il trasporto ferroviario diventi anche sempre più sostenibile, sia perché economico per il mondo delle imprese e per i singoli cittadini, sia perché rispettoso del territorio che attraversa e delle comunità che coinvolge. Sostenibile poi dal punto di vista ambientale, aspetto al quale già dedicate molto impegno, per far sì che l’impatto sia il più contenuto possibile, e le emissioni di anidride carbonica, così insidiose per l’ecosistema e per i suoi equilibri, siano ridotte al massimo. Non posso che lodarVi per questo impegno, che portate avanti con precise scelte strutturali, e che rendono il treno il mezzo con l’impatto di gran lunga inferiore, se paragonato a quello degli autoveicoli o dell’aereo.
    Infine, le Ferrovie che pensate per il prossimo futuro diventino sempre più solidali: favoriscano le famiglie ed agevolino chi è più in difficoltà per l’età avanzata, i limiti fisici, o un reddito poco elevato. Siano solidali però anche per la loro effettiva diffusione e per una uguale qualità dei servizi che offrono nelle varie zone e sulle diverse tipologie di treno. La rete ferroviaria, infatti, s’incarica di collegare e, in qualche modo, di tenere vive le diverse zone del Paese, anche le più periferiche, come fanno le vene ed i capillari, che portano vita anche alle membra più lontane dal cuore. Così, le Ferrovie abbiano a cuore che nessun centro resti escluso e sia quindi emarginato e impoverito. Ugualmente, chi viaggia sui convogli considerati secondari, non si trovi ad affrontare ogni giorno la fatica del sovraffollamento o delle difficili condizioni ambientali delle carrozze.
    Questa sfida non dipende certo solo da Voi, e richiede la concomitanza di tanti fattori, tra i quali la disponibilità di ingenti investimenti. Vi trovi tuttavia impegnati per far sì che l’offerta delle Ferrovie non venga a determinare una discriminazione tra utenti più o meno fortunati, più o meno in grado di permettersi un viaggio comodo e dignitoso. Questo impegno, che Vi vede già attivi, risponde ai principi di uguaglianza e non discriminazione che rappresentano i punti principali del Vostro Codice etico.
    Cari amici, Vi ringrazio per il Vostro servizio al bene comune e invoco su di Voi la benedizione di Dio e chiedo anche a Voi, per favore, di pregare per me.

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