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Festa a Prato Sesia per i 103 anni di nonna Fedelina

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Iniziò a lavorare giovanissima come cameriera in un albergo e in casa. Poi per lei ci fu la fabbrica

Compleanno da record per Fedelina Mancini: nei giorni scorsi la pratese ha festeggiato 103 anni. Per chi la incontra potrebbe essere quasi difficile da credere che quella signora dalla battuta pronta, disinvolta nei movimenti e che addirittura legge senza occhiali, possa avere tagliato il traguardo del secolo, eppure la matematica non mente: Fedelina nacque il 9 novembre 1914. Nativa della zona nota come Prato Vecchio, come gran parte dei suoi coetanei iniziò a lavorare giovanissima, a soli 11 anni, come cameriera in un albergo e poi in casa. Si trasferì quindi in fabbrica: lavorò in un calzaturificio, poi alla filatura Bertotto di Gattinara e infine a quella di Grignasco, dove rimase fino alla pensione. «Mi spostavo a piedi e in bicicletta e solo più avanti in pullman – ricorda –; quando c’era la neve, usare la bicicletta era impossibile e quindi andavo a lavorare solo a piedi. Ma c’erano anche persone da Cavallirio e Boca che facevano lo stesso». Il 28 ottobre 1936 sposò Enrico Brandoni. La coppia ebbe due figli, Natalino e Federico, nati nel 1938 e nel 1947. Oggi può contare anche su tre nipoti e altrettanti pronipoti, di cui l’ultimo è nato solo pochi mesi fa.

Una parte importante della vita di Mancini riguarda il volontariato: per molti anni si è occupata di fare visite in ospedale e di svolgere piccole commissioni, come la spesa o stirare, per chi aveva difficoltà. Fino a non più di una decina di anni fa, la si vedeva spesso in giro per il paese, a cavallo della sua bicicletta, impegnata in varie attività. «Le persone a volte si fermavano a guardarmi per capire se fossi davvero io», ricorda ridendo. L’ultracentenaria ha sempre amato trascorrere il tempo in compagnia e ha mantenuto degli ottimi rapporti in particolare con le suore della zona: sono molte le Sorelle della Carità che, per il suo compleanno, hanno tenuto a farle gli auguri. «Sono andata per molti anni in montagna a Solivo con loro – racconta – sempre a piedi. Solo quattro anni fa sono tornata con il trenino».

Mancini ricorda perfettamente gli antichi riti di paese: «Alla domenica – spiega – si andava a fare una passeggiata a Romagnano, poi si tornava a casa per cena e si usciva per il cinema. La televisione, invece, si vedeva solo all’osteria. Ricordo il Festival di Sanremo, con Gino Latilla e Claudio Villa». Insieme alla televisione, ovviamente, mancavano tutti gli elettrodomestici che rendono oggi la vita più comoda: per esempio, per lavare i panni Mancini scendeva fino al torrente Roccia, sul retro della casa. In inverno, si praticava un buco nel ghiaccio per poterli immergere nell’acqua. Forse anche per questo, Mancini oggi sa apprezzare le piccole cose: «Mangio, bevo e dormo», sorride.

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