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GALLERY: i 95 anni della staffetta partigiana Wanda Canna

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Lunedì scorso festa in suo onore al parco Regis di Borgosesia

Anche il presidente della Repubblica ha voluto fare gli auguri a Wanda Canna, che lunedì 3 ottobre ha compiuto 95 anni. Il messaggio di Sergio Mattarella ha raggiunto la staffetta partigiana in occasione della festa con cui l’Anpi Borgosesia ha omaggiato una delle figure più rappresentative della Resistenza in valle. «In occasione della mia visita in Valsesia lo scorso 25 Aprile – ha scritto il presidente – ho potuto toccare da vicino il contributo che la popolazione ha dato alla causa della libertà. Desidero ringraziarla per ciò che ha fatto in quei tempi così difficili per il nostro Paese».

Sono stati in molti, lunedì pomeriggio al circolo di Sant’Anna, a portare il saluto a una donna che da sempre ha profuso impegno nel trasmettere i valori della Resistenza, ancora oggi raccontando nelle scuole la sua testimonianza. E non solo dalla Valsesia: c’erano il sindaco di Madonna del Sasso e l’Anpi di Gozzano e Cerano. E c’erano soprattutto gli altri partigiani che hanno condiviso le pagine della Resistenza, i borgosesiani Terenzio Mazzone, Mauro Calvi e Giacomo Allegra, il varallese Giulio Quazzola, e Costanza Arbeja, che da poco ha festeggiato i novant’anni, che fu staffetta e poi nella polizia partigiana con Ferdinando Zampieri, l’Angin, nonché la prima segretaria dell’Anpi di Borgosesia.

A fare gli onori di casa, Alessandro Orsi, presidente dell’Anpi Borgosesia, e Daniele Conserva, che hanno dedicato alcune canzoni (da “La ragazza di Trieste” a “Un’ora sola ti vorrei”, che fu censurata dal fascismo, a “Vola colomba”) che hanno segnato gli anni giovanili delle ragazze della Resistenza. Terza di sei fratelli, Wanda Canna è nata a Borgosesia il 3 ottobre 1921; ha lavorato alla Tessitura Lenot di Borgosesia e alla Bozzalla e Lesna di Coggiola. Inevitabile per lei entrare nella lotta partigiana, con la sorella Miliuccia e il fratello Beppe, sulle orme del padre Antonio, antifascista, perseguitato politico confinato due anni in Calabria. Faceva la staffetta, dalla Valsesia al Biellese al Novarese, trasportando i messaggi e i soldi messi a disposizione della Resistenza nascosti nella bicicletta: «Per me è ormai cosa normale – scrive nel volume “Ricordi” – l’andare e venire, passando giornalmente, e talvolta due volte al giorno, davanti al posto di blocco sotto il naso dei repubblichini. E con quanta soddisfazione lo faccio!».

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