Attualità
Gattinara, è Maura Robba la nuova direttrice del Casa
Nel suo curriculum una lunga esperienza nella pubblica amministrazione
È Maura Robba è la nuova direttrice del consorzio per l’attività socio-assistenziale Casa, che raggruppa dodici comuni fra le province di Vercelli e Novara.
Originaria dell’Astigiano, la dottoressa è diplomata in ragioneria e laureata in Scienze dell’Amministrazione. Ha inoltre ottenuto la qualifica di direttore di comunità sociosanitaria. «Ho iniziato a lavorare nel 1990, in un Comune della provincia di Asti – spiega – dopodiché ho lavorato per un anno e mezzo per un Comune in provincia di Roma. Infine, mi sono occupata fino al settembre di quest’anno della parte amministrativa e contabile del consorzio socio-assistenziale nella parte nord della provincia di Asti».
La neodirettrice ha preso il posto di Giuliana Degasperis, che è andata in pensione, il mese scorso. Al momento, Robba non ha riscontrato particolari problematiche nella zona di competenza: «La situazione è piuttosto in linea con la mia esperienza in provincia di Asti e con le esperienze che i direttori e i funzionari hanno sempre portato in occasione delle riunioni di coordinamento degli enti gestori – spiega – inoltre, ho trovato qui un’ottima organizzazione del personale. Si presenta molto preparato professionalmente e a livello deontologico. Sono quindi molto contenta della struttura che ho trovato, che mi sembra ben organizzata».
Al momento, la direttrice proseguirà con la programmazione di lavoro stabilita in precedenza: «Gli obiettivi vengono stabiliti con il piano di performance e il bilancio di previsione – spiega – eventuali novità in questo senso potranno quindi essere stabilite dal consiglio di amministrazione all’inizio dell’anno nuovo, con la formazione del nuovo bilancio».
Come molti colleghi, anche Robba ha riscontrato diversi cambiamenti nel mondo dei servizi socioassistenziali nel corso del tempo: «Ci sono molte situazioni nuove – osserva – oggi, per esempio, si considerano determinate problematiche all’interno del nucleo familiare che in passato non venivano invece considerate. Questo anche alla luce del riconoscimento di nuove patologie e forme di disabilità. Ci sono poi realtà come quella dei minori stranieri non accompagnati». Si diversificano, quindi, anche le fasce a cui i servizi socio-assistenziali si rivolgono: «La tipologia di utenti si va ampliando – rileva la direttrice – noi naturalmente poniamo in essere i servizi previsti dalle leggi in materia, ma occorre anche essere “creativi” in questo senso».
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