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Ghemme scontro in consiglio sui parcheggi del condominio

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Ghemme scontro fra maggioranza e minoranza per quanto riguarda i parcheggi del condominio Santa Barbara: sono pubblici o privati?

Ghemme scontro sui parcheggi

La storia è ormai nota ai ghemmesi, perché prosegue da diversi anni. Al centro della questione i parcheggi del condominio Santa Barbara. Le righe del parcheggio devono essere bianche o gialle? Ci possono posteggiare tutti o solo i residenti del palazzo? La diatriba tra il Comune di Ghemme e il condominio prosegue tra ricorsi, contro-ricorsi e sopralluoghi di ogni genere. Dal 2015 nel piccolo spiazzo di fronte alla palazzina che sorge in via Quintino Sella, a due passi dalla caserma dei carabinieri, lo spazio per le auto è delimitato da strisce gialle, quelle che contraddistinguono i posti auto riservati ai residenti. Ma c’è chi pensa non debba essere così e di recente la vicenda è arrivata anche in consiglio comunale.

La mozione

“Insieme per Ghemme”, il gruppo di minoranza dell’ex sindaco Alfredo Corazza, infatti, ha presentato una mozione con la quale ha chiesto di “eliminare la colorazione gialla degli stalli, dare mandato all’ufficio tecnico per la definizione degli atti finali di sanatoria per il condominio, attestando definitivamente la natura pubblica dello spiazzo, per la verifica di eventuali pendenze in merito ai parcheggi previsti in campo alle attività di artigianato come quella in essere e per la regolarizzazione dell’uso privato di suolo pubblico”. Il tutto sulla base di una relazione del Provveditorato alle Opere pubbliche di Torino, che secondo l’ex primo cittadino, non lascerebbe spazio a dubbi.

L’opinione della maggioranza

L’attuale maggioranza, però, non è d’accordo con questa interpretazione: «La proprietà antistante il condominio – si legge nella risposta alla mozione – si presume un’area privata che anche se soggetta ad uso pubblico rimane pur sempre privata. Della vicenda si sta occupando il comandante della polizia locale, a cui il condominio ha fatto pervenire un parere legale atto a dimostrare che l’ente al momento non può vantare un diritto a uso pubblico. Non vi è inoltre motivo di alcuna verifica, perché in capo all’attività artigianale del piano terra, esistente da 40 anni, non c’è nessuna richiesta di variazione. Per ben tre mandati da sindaco, chi ha presentato la mozione non ha fatto nulla per interpretare la situazione che oggi ritiene essere degna di menzione».

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