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Guardabosone addio cartiera: «Volevo riaprire ma mi sono rovinato»

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Guardabosone addio cartiera: «Volevo riaprire ma mi sono rovinato». Inizia così una sorta di “lettera-confessione” che Roberto Berlese, amministratore della cartiera di Ponte Strona di Guardabosone, vuole rendere pubblica.

«Accetto le responsabilità»

«Accetto tutte le mie responsabilità – scrive -, anche se molte sono state causate involontariamente e con grande accanimento contro il sottoscritto e il suo progetto. Accetto tutto anche di passare per sprovveduto, ingenuo, incapace, inadeguato, un imprenditore mediocre, un povero illuso e tanto altro, ma da questo progetto non ho avuto vantaggi. Gli atti lo dimostrano». L’idea della Cartiera Verde era ambiziosa. «Nessuno ci ha creduto come il sottoscritto. Avrei voluto dare lavoro a circa 70 persone ma non mi è stato possibile, non mi è stato concesso. Sicuramente ci sono stati tanti errori, alcuni anche gravi ma posso garantire a tutti che non ho esitato a bussare a qualsiasi porta, a investire tutto quanto nelle mie possibilità tanto da trovarmi oramai in una situazione di nullatenente perché i crediti vanno recuperati, e quindi oltre all’ipoteca, al pignoramento dell’immobile della cartiera, a tutti i tipi di istanza, mi è stata ipotecata, pignorata l’unica abitazione personale per importi 20-30 volte il reale valore di mercato, cosi come all’altra mia azienda. Mi sono rovinato, o e mi hanno rovinato, certo non ho fatto tutto da solo».

Le scuse

Berlese passa alle scuse: «Chiedo scuse sincere a tutti: al sindaco Claudio Zaninetti, a tutti coloro che hanno avuto problemi per i mancati adempimenti e pagamenti. In particolare tutti i dipendenti dal primo all’ultimo, cosi come per i tanti fornitori in particolare quelli locali che più di tutti hanno pagato le mie inadempienze. Ripeto sono dispiaciuto, ci ho provato in tutti i modi». Il sogno rimane di vedere il progetto della cartiera verde prendere forma: «Chi ha visto il progetto ne conosce la validità, spero che qualcuno si faccia avanti comunque, non certo per il sottoscritto che non ne ha comunque più nè la forza nè la possibilità, ma per il progetto stesso, per tutto il paese, i fornitori, i collaboratori i dipendenti e quanti ne avrebbero benefici cosi come avrei voluto ma non sono stato capace di fare io».

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1 Commento

1 Commento

  1. Beatrice Novelli

    28 Marzo 2019 at 21:17

    Scuse non accettate.

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