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«Il Country hospital da Varallo a Borgosesia? E perché non alle Molinette?

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Sindacalista contro il segretario del Pd: «In nome dell’efficienza si dimentica il diritto alla salute»

«Il Country hospital di Varallo funzionerà meglio a Borgosesia? E allora perchè non metterlo alle Molinette di Torino? Sarebbe ancora meglio: lì tutte le specializzazioni di medio, alto e altissimo livello sono presenti, perbacco se lo sono». Luigi Trabaldo Lena, sindacalista e membro attivo nello Spi Cgil, ironizza sulla posizione assunta sulla chiusura del Country del segretario provinciale vercellese del Pd, il valsesiano Gian Paolo De Dominici.

De Dominici in una lettera aperta aveva sostenuto che, anche per esperienza personale, la collocazione dei dieci posti letto lontani da una sede ospedaliera non era una situazione ottimale, anche perché costringeva pazienti e parenti a frequenti trasferte a Borgosesia per esami o terapie. «Ma se si perde di vista il concetto, il significato di diritto alla salute del cittadino e la funzione di una struttura decentrata come quelle di Varallo e di Trivero (lo Sci: 4 posti letto) dall’altra, allora siamo spacciati – replica Trabaldo Lena -. E’ evidente che si finisce per scadere nell’usare criteri di valutazione astrattamente funzionali o come fanno ormai gli amministratori, totalmente condizionati dalle supposte disponibilità economiche. L’altro pensiero assurdo che mi è venuto, dopo aver pensato a un trasloco dei posti letto alle Molinette, è stato: perchè non eleggere il domicilio delle persone malate o anziane oltre una certa età, all’ospedale di Borgosesia (oppure negli altri casi a Vercelli, Biella…)? E già, perchè strutture come quelle di Trivero e Varallo hanno la funzione di offrire un ricovero a chi abita in luoghi o abitazioni poco idonee per svariati motivi ad accogliere una persona dimessa dall’ospedale e che ha bisogno di un periodo di riabilitazione. Cosa che se praticata presso il proprio domicilio incontrerebbe gravi difficoltà. Si pensi la persona inferma con gravi difficoltà a deambulare, sola, al freddo d’inverno e così via. Allontanarla ancora di più dal luogo dove qualche parente, amico e il medico di base la conosce, sarebbe un delitto di civiltà. Semmai c’è da chiedersi perchè non tutti i medici di base vi aderiscono, a Varallo».

«E’ poi grave – prosegue il triverese – contrapporre il supposto ampliamento dei servizi ambulatoriali in cambio dei posti letto spostati a Borgosesia. Si capisce subito che l’obiettivo è sopprimere posti letto, togliere un servizio decentrato. I poliambulatori vanno potenziati a prescindere. Ciò in quanto carenti da sempre rispetto al mutare della situazione sociale. Gli amministratori lo sanno, ma fanno orecchie da mercante. A Trivero lo abbiamo sperimentato e il risultato è desolante. Occorre ribadire che i cittadini sono uguali in ogni luogo in cui abitano e i servizi devono fornire le stesse opportunità di benessere».

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