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Il devasto della Arona-Santhià: lungo i binari spuntano sedie e tavolino

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E i pendolari valsesiani raccontano la nuova beffa: «Tra bus e treno paghiamo 180 euro, chi arriva da più lontano solo 120»

Stazioni abbandonate ma compare un salottino sulla tratta Arona-Santhià. In merito alla situazione ferroviaria interviene Massimo De Simone, di Roasio, ex referente della Arona-Santhià. «Ci dà fastidio che si parli delle ferrovie quando inizia la campagna elettorale – spiega -. E’ inutile che adesso la Regione ipotizzi riaperture. La verità è che sul piano regionale non ne sono previste, sono solo promesse che vengono fatte perchè nel 2018 si va a votare. Ma bisogna rendersi conto che quel tracciato è troppo importante e riaprirà prima o poi». De Simone da qualche tempo si è defilato dalle conferenze e incontri: «La gente è rassegnata, bisogna però aprire gli occhi che ci stanno prendendo in giro». Le condizioni della linea sono ormai fatiscenti. Addirittura c’è chi ha allestito anche un salottino proprio sui binari dove ormai i binari non passano più: sono stati recuperati un paio di divani, qualche tavolino e il gioco è fatto. Segno purtroppo del totale abbandono della linea.

E oltre alla chiusura per i pendolari della Valsesia e del Vercellese che scendono a Torino c’è pure la beffa. «Da Gattinara spendiamo 70 euro con Baranzelli per arrivare alla stazione di Santhià – spiega De Simone -. Per andare a Torino c’è solo il piano “Formula” che prevede treno e mezzi pubblici, ma se uno giunto nel capoluogo vuole andare in ufficio a piedi non può perchè i mezzi pubblici sono inclusi per forza. E così si arriva a pagare 180 euro al mese. La beffa sta nel fatto che i colleghi che prendono il treno da Borgomanero per andare a Torino invece pagano 120 euro. Arrivano da più lontano, ma di fatto pagano meno di noi pendolari valsesiani». E De Simone conclude: «Con il treno potevamo davvero fare progetti importanti per rilanciare il territorio del Gattinara portando turisti. Ma non metto la parola fine e non è detto che esca anche il partito dei pendolari».