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«Il Laida Weg preoccupato per le valanghe? Quel posto lo hanno scelto loro…»

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Il sindaco di Rima San Giuseppe: «A leggere certe cose c’è da rimanere allibiti, indignati e offesi»

«Le slavine alla Ciaffera ci sono da sempre. E costruire un albergo a Rima è stata una chiara scelta e un rischio imprenditoriale». Il Comune di Rima San Giuseppe non ci sta a passare per il “cattivo” che si disinteressa del territorio. E così replica all’allarme lanciato dal consorzio albergatori ValsesiaIn, in cui si metteva in evidenza la situazione dell’hotel “Laida Weg”, che nella stagione invernale è costantemente a rischio che una valanga ostruisca, o consigli la chiusura, di una strada. Scrive il sindaco Mario Rosa: «Rimaniamo allibiti, indignati e offesi quando leggiamo che le “tragiche vicende” in cui versa l’albergo Laida Weg Hotel vengono addebitate a inerzia del Comune, della Provincia, della Regione e financo della Prefettura».

E anche il presidente della Provincia Carlo Riva Vercellotti interviene sulla questione: «Tutta la mia stima a chi ha deciso, arrivando da Milano, di investire in Valsesia realizzando una struttura alberghiera a 1400 metri di altezza al termine di una strada sulla quale da secoli tutti gli inverni esiste una valanga». La soluzione richiesta sono i paravalanghe, che permetterebbero così al Laida Weg di poter operare anche in inverno. «Servirebbero paravalanghe ovunque però – sottolinea Riva Vercellotti -. Perchè spendere milioni di euro di soldi pubblici a vantaggio di una sola struttura privata non è immaginabile».

Il presidente chiede allora collaborazione al consorzio ValsesiaIn: «E’ vero che la situazione viabilità in Piemonte è diversa da quella del Trentino, ma alla nostra Provincia in cinque anni sono stati sottratti 40 milioni di euro. Anche il consorzio ValsesiaIn scriva insieme a noi ai parlamentari, al Governo, al Presidente della Repubblica. I cittadini e gli operatori turistici valsesiani devono avere gli stessi diritti di quelli del resto d’Italia. Ci aiuti a chiedere questo».

Nella sua lettera di risposta il Comune di Rima San Giuseppe ricorda come si è originato il progetto dell’albergo. «L’obiettivo di realizzare una struttura di alto profilo è stata nel tempo da più parti osteggiata e criticata, data la posizione del borgo e gli elevati costi di gestione e solo grazie alla tenacia e al senso di sfida dell’imprenditore l’albergo ha visto completare i lavori. Si trattò, quindi, di una precisa scelta imprenditoriale e non già di un obbligo imposto dal Comune».

Da qui la conclusione: «Come tutte le scelte imprenditoriali, il rischio dell’investimento grava sull’imprenditore stesso, non sugli enti locali. Sapeva Tognon che l’albergo lo avrebbe costruito a Rima; sapeva che a Rima può scendere la valanga della Ciaffera, sapeva che a Rima non si possono costruire, per ragioni di sicurezza, impianti sportivi di richiamo; sapeva che a Rima si può andare solo a ciaspolare o a godere del suo silenzio; sapeve che Rima non è Alagna».

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