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Il ”Taquin da Rumagnan” festeggia i 40 anni

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Chi avesse vecchie fotografie può contribuire alla realizzazione della nuova edizione

Il “Taquin da Rumagnan” ha raggiunto i quarant’anni. E per l’occasione invita tutti a dare materiale per arricchire la nuova edizione. Come è noto, si tratta di una pubblicazione nata contestualmente all’inaugurazione del Museo storico-etnografico.

«Da quarant’anni, il Museo pubblica annualmente questo calendario dialettale che raccoglie testimonianze storiche del paese, curiosità sul dialetto e fotografie – spiega Stefano Fanzaga, coordinatore delle attività del Museo – è un modo per mantenere viva la conoscenza del dialetto, in particolare per quanto riguarda alcune espressioni. Molti modi dire sono stati raccolti nel tempo grazie al dizionario dialettale di Gottardo Mostini, ma il Taquin ha avuto comunque una funzione fondamentale di raccolta del patrimonio linguistico per la popolazione. È inoltre un modo per cementare la memoria collettiva, per mantenere i ricordi della comunità e i momenti di vita condivisi».

Negli ultimi anni, il Taquin affianca ai ricordi più antichi anche immagini di vita recente: «La parte dialettale si unisce alla parte fotografica che raccoglie i momenti di vita del paese – prosegue Fanzaga – che possono riguardare associazioni, eventi o personaggi. C’è l’idea di realizzare un’edizione un po’ particolare per il quarantesimo anno, ma seguendo sempre l’”anima” del calendario». In genere vengono individuati alcuni temi su cui incentrare il Taquin: negli anni ci si è concentrati, per esempio, sui modi di dire, sulle erbe o sugli antichi attrezzi della civiltà contadina.

Come di consueto, il Museo lavora anche sul materiale messo a disposizione dai cittadini: tutti possono contribuire alla realizzazione dei futuri Taquin, inviando le proprie foto all’indirizzo e-mail taquindarumagnan@gmail.com oppure contattando Rina Ferrogalini ai numeri 347 9460094 o 0131 781225. L’uscita del nuovo Taquin è in programma tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre: verrà venduto dal Museo e in alcuni esercizi commerciali del paese, ormai diventati punti di riferimento per la distribuzione del calendario “made in Rumagnan”.

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