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Impresa di Luigi Dimino: pur malato, arriva ai Salati

«Sono il primo tetraplegico tracheotomizzato disfalgico che arriva a 3000 metri per mangiare polenta e bere barbera e genepy».

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Impresa di Luigi Dimino: pur malato, arriva ai Salati. «Sono il primo tetraplegico tracheotomizzato disfalgico che arriva a 3000 metri per mangiare polenta e bere barbera e genepy».

Impresa di Luigi Dimino: pur malato, arriva ai Salati

Luigi Dimino è il il primo tetraplegico tracheotomizzato disfalgico al mondo a salire a 2936 metri. E dal Passo dei Salati sul Monte Rosa lancia anche un insegnamento: «Non lamentatevi. Vivete la vita con un sorriso». E detto da lui, dopo i mesi di coma e gli anni passati in ospedale, è un appello davvero importante.

Il saxofonista di Borgosesia sta riprendendo in mano la sua vita. «Sono stato il primo tetraplegico tracheotomizzato disfalgico al mondo a salire a 3000 metri. – racconta – L’altitudine si fa sentire e non è facile respirare quando si ha un buco in gola. La giornata era perfetta, dopo due tentativi sono riuscito a raggiungere la vetta. A volte i limiti sono solo nella nostra testa. Se devo morire, lo voglio fare vivendo».

La malattia che gli ha cambiato la vita

Due anni fa una malattia rara, la sindrome di Guillain Barrè, nel giro di dodici ore lo ha paralizzato totalmente lasciandolo «tetraplegico al cento per cento in stato vegetale, corde vocali paralizzate, disfagia e infezioni».

Dopo due mesi di coma e cinque in terapia intensiva, subisce quattro operazioni alla gola per la formazione di granulomi e perde l’uso di mani e piedi. E poi deve pensare anche alla madre. Appena tornato a casa dopo la riabilitazione la madre viene colpita da un ictus. L’evento si aggiunge al dolore per la scomparsa del padre e del figlio Erik, di soli vent’anni, in un incidente stradale, nel 2017.

Grazie all’aiuto di tante persone inoltre ora ha a disposizione anche un dispositivo per muoversi in autonomia. E le cure proseguono: «Per i primi mesi mi hanno aiutato con il Fentanyl – racconta -. Immaginate un dolore tale da usare la morfina. Moltiplicatelo per 80. Ecco cos’ho vissuto. Dall’altro giorno sono in cura a Novara per il mio percorso antalgico. Quindi non bisogna lamentarsi .e non tenete il muso. Ho dolori 24 ore eppure sorrido».

Sulla piattaforma Gofundme.com ha lanciato una raccolta fondi. Si punta a 25mila euro. Finora grazie a 207 donazioni sono stati raccolti già 15mila euro.

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