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L’allevamento caprino in Valsesia diventa tesi di laurea

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La serravallese Sara Sisti ha preso in esame la fattoria “Le Beline” di Mollia 

Una tesi sull’allevamento caprino in Valsesia. L’autrice è la giovane serravallese Sara Sisti, che risiede in frazione Gattera e che recentemente si è laureata all’Università degli Studi di Torino, corso di laurea in Scienze forestali e ambientali, con una tesi dal titolo “Allevamento caprino in Valsesia: realtà e prospettive”. Un lavoro, spiega Piera Mazzone direttore della biblioteca civica di Varallo, «che studia e approfondisce un tipo di attività che, fin dai tempi più antichi, è sempre stata legata alla storia e alla cultura delle popolazione alpine. Sara, a conclusione del suo iter di studi, ha voluto fare un lavoro sulla Valsesia e il suo relatore, il professor Luca Battaglini, le ha segnalato la realtà della fattoria Le Beline di Mollia, dalla quale si è sviluppata una ricerca sull’allevamento caprino in montagna, preceduta da un quadro generale sulla presenza di tale attività nelle Alpi.

A partire dagli anni Quaranta, la presenza caprina sul territorio montano è stata in costante crescita per circa cinquant’anni, poi è andata diminuendo. Negli ultimi tempi si sta assistendo ad un graduale riassestamento delle greggi nelle zone più degradate, in quanto si è notato che le capre sono molto più adattabili a questo tipo di ambienti, di quanto non lo siano altre specie di erbivori. Le capre, attraverso la loro attività di prelievo del cotico erboso, contribuiscono al mantenimento della biodiversità, che normalmente si trova nei prati e nei pascoli montani, le loro deiezioni mantengono fertile il terreno, il loro calpestio mirato rallenta l’erosione, contrastando l’avanzata del bosco. Oggi il ritorno dei predatori rappresenta un pericolo per la pastorizia e quindi si stanno valutando soluzioni adeguate, che Sara ha segnalato, traendo spunto dai convegni sull’argomento».

Prosegue Mazzone: «La realtà valsesiana è stata analizzata anche dal punto di vista storico, esaminando in biblioteca a Varallo (dove la tesi è consultabile da parte di coloro che sono interessati), la Statistica della Valsesia del 1828 del Noè, il Quadro della Valsesia redatto dal Canonico Sottile nel 1850, e altre indagini conoscitive fornite dall’Unione dei Comuni Montani, per avere un quadro organico della situazione attuale. La parte finale della tesi è dedicata all’analisi del caso della fattoria Le Beline di Mollia, affermata realtà valsesiana nell’allevamento di capre di razza Saanen per la produzione e la vendita di prodotti lattiero-caseari».

Molto legata alla Valsesia, dove è nata e, come dichiara, vive «in maniera soddisfacente e creativa…», Sara ora desidera poter applicare professionalmente i dati acquisiti durante gli anni di studio, sia in campo forestale che nel settore zootecnico. «E’ senza dubbio una strada faticosa ma vantaggiosa – commenta Mazzone -, sia per la conservazione dell’ambiente montagna, che per l’economia locale, e per gli aspetti culturali ad essa sono legati, quindi ci uniamo agli auguri a questa neo-laureata per restare in Valsesia e contribuire allo sviluppo della valle».

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