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L’ex cinema Radar diventerà una ”casa” per le associazioni

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Un nuovo progetto dopo il disastro milionario della scuola di arte bianca

L’ex cinema Radar di Portula Granero sarà una sorta di “casa delle associazioni” che operano nel sociale: si pensa in particolare a Caritas, Auser, Mani tese ma anche altre. E’ questa l’idea che sta mettendo in pista l’Unione montana dopo il clamoroso flop del progetto della scuola professionale per panificatori, pasticceri e gelatai, per il quale sono stati spesi circa un milione e mezzo di soldi pubblici senza cavare un ragno dal buco.

«L’idea – spiega Carlo Grosso, presidente dell’Unione – è quella di mettere a disposizione i locali per le associazioni del territorio impegnate nel campo sociale. Si tratta di un edificio ampio, dove potrebbero sorgere laboratori o comunque spazi gestiti dalle associazioni. La scuola di arte bianca? Magari poteva essere una buona idea qualche anno fa, ma adesso non c’è più alcun interesse. Come Unione però non volevamo più vedere quella struttura completamente riqualificata chiusa». 

«All’interno lo stabile è vuoto – specifica Grosso -. E quindi era difficile da piazzare sul mercato. Bisognerà fare alcuni lavori di manutenzione per renderlo operativo». Nonostante il notevole investimento, non ci sono neppure le cucine dove poter avviare la famosa scuola del pane che aveva avuto anche il benestare da parte di associazioni di livello nazionale. Il futuro è una casa del sociale.

«Diverse associazioni ci hanno fatto presente di avere necessità di spazi – aggiunge ancora Grosso -. Tenuto conto che sul mercato la struttura non desta interesse, abbiamo pensato di dedicarla al sociale e al volontariato. Il prossimo passo sarà quello di avviare una sorta di di raccolta di intenti per capire come meglio organizzare gli spazi».

L’edificio è stato usato in una sola occasione nel 2008, per una festa dedicata all’arte bianca. Poi il nulla. La prima idea nacque con la giunta di Gianni Ciliesa, poi fu l’amministrazione di Piergiorgio Fava Camillo a portare avanti le operazioni. L’immobile passò quindi nelle mani della ex Comunità montana Tre Valli che non aveva i fondi per avviare alcunché. E ora la scommessa è passata nelle mani del presidente dell’Unione Carlo Grosso.

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