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La Pedemontana serve solo a chi la costruisce. Legambiente spara a zero sul progetto della Masserano-Romagnano
La Pedemontana serve solo a chi la costruisce: dura presa di posizione da parte di Legambiente sulla Masserano – Romagnano.
La Pedemontana serve solo a chi la costruisce: la posizione
Dura presa di posizione sulla Pedemontana Masserano-Ghemme da parte del circolo di Legambiente Biella “Tavo Burat”, che in una lettera aperta interviene pesantemente dopo l’approvazione dell’opera. Mettendo anche in guardia gli ottimisti: non è così scontato che il cantiere parte nel 2023, come prospettato. Ecco le obiezioni degli ambientalisti.
Il progetto
«Con la delibera numero 77 del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), da pochi giorni in Gazzetta ufficiale, è stato approvato il progetto “definitivo” della tratta Ghemme-San Giacomo di Masserano. Ai molti che danno per “immediata” e “certa” la realizzazione dell’opera si consiglia l’attenta lettura della delibera e si ricorda che molte furono, già in passato, le dichiarazioni dei politici al riguardo, ma sempre smentite dai fatti. Va infatti rammentato che per la sola redazione ed approvazione del progetto “esecutivo” il proponente Anas dovrà rispondere a un mare di prescrizioni e raccomandazioni, ben 152.
Non sono queste prescrizioni di carattere formale giacché nel dispositivo della delibera 77 del Cipess è ben precisato che “qualora gli esiti degli approfondimenti prescritti dovessero evidenziare significative modifiche del quadro conoscitivo posto a base del… parere [di compatibilità ambientale] si dovrà procedere alla ripubblicazione delle parti del progetto interessate dalle suddette variazioni”.
Sotto il profilo economico il Cipess ratifica l’aumento dei costi dell’opera (circa il 7 per cento, da 200 a 214 milioni di euro) e certifica che le opere di “mitigazione e compensazione ambientali” si attestano a 1,067 milioni di euro (opere rivolte, per lo più, alla promozione turistica, meno alla tutela ambientale in senso stretto). Si poteva comunque destinare a tale finalità somme fino al 2 per cento del costo dell’opera, ovvero 4,28 milioni di euro ma è stato deciso, ovviamente, di risparmiare sul versante ambientale».
Le questioni ambientali
«In più, la beffa: per 50 ettari su 66 di aree boscate che verranno distrutte (l’equivalente di 80 campi da calcio) non è stato disposto la concreta realizzazione, in altri contesti, di nuove equivalenti superfici boscate ma il solo “indennizzo economico”. Siamo alla pura finzione ecologica.
Rimangono ovviamente tutte le questioni ambientali sollevate da chi si è opposto, come Legambiente, a tale opera: in particolare l’ennesimo incremento del consumo dei suoli (dato dall’opera in sé e dalle attività per il reperimento di terre, rocce da scavo e inerti) e il danno ulteriore ai residui lembi del parco Baraggia, sempre più decurtati e soffocati da varie opere (oltre alla Pedemontana incombono i tanti impianti fotovoltaici in progetto per 100 ettari a Masserano e Roasio)».
Il quadro socio-economico
«I vantaggi rimangono risibili sia dal punto viabilistico che socio economico. Così come la nuova viabilità Cossato-Vallemosso non ha impedito l’impoverimento e declino della valle, la nuova tratta Masserano-Ghemme non cambierà di molto il quadro socio-economico dei paesi che verranno lambiti o serviti dalla nuova arteria. I costi ambientali, anche in termini di emissioni, non saranno compensati da particolari vantaggi. Questa strada, da Berlusconi inserita assurdamente nel contesto delle “infrastrutture strategiche” con la cosiddetta Legge Obiettivo, rimane opera concepita solo per soddisfare le esigenze del settore costruzioni.
Nel frattempo si è operato chiudendo la tratta ferroviaria Santhià-Gattinara-Arona. Il paradosso è dunque servito, una “transizione ecologica” che ancora avvalora vecchi e sovradimensionati progetti infrastrutturali, tutto su gomma ed asfalto. Anziché prendersi cura, con migliorie, della viabilità provinciale esistente ed optare per opere contenute, ad esempio realizzando la sola circonvallazione a sud di Gattinara con il ponte sul Sesia (a servizio della viabilità provinciale e non solo della tratta autostradale), si conferma un approccio che nulla ha a che vedere con lo “sviluppo sostenibile”».
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Ettore
24 Marzo 2022 at 8:06
In Italia queste “associazioni” sono contrarie a qualsiasi cosa, a qualsiasi idea di progresso. Se parla di strade “no perchè si rovinano i campi”, se si parla di elettricità “no all’eolico perchè interferisce con le correnti del vento, no al fotovoltaico perchè rovina il paesaggio, no all’idroelettrico perchè le dighe rovinano il paesaggio e spaventano le marmotte, no al nucleare perchè ci sono le radiazioni”, se si parla di ferrovie “no perchè anche io si rovinano i campi e il paesaggio”. Tutte affermazioni senza senso fatte da persone che usano l’automobile, usano l’elettricità, usano i treni, godono dei benefici del loro lavoro e in generale fanno e usano tutto quello che contestano, infischiandosene di tutto il resto. In Italia si protesta “per noia” per avere un sacco di tempo libero e nulla di meglio da fare e questi di legamibiente non sono da meno. Lo sviluppo sostenibile andate a farlo nei Paesi del terzo mondo.
Benedetta Pazienza
24 Marzo 2022 at 13:04
Discorso che non fa una grinza.
Sono i contro a prescindere, i “virtuosi” che negli ultimi anni vanno tanto di moda (ma se nel malaugurato caso, gli finisce intasca qualche soldino extra “per grazia ricevuta”… non li senti più).
Della serie: “se non posso averlo io, non devi averlo nemmeno tu”.
Progressisti.
Max
3 Luglio 2023 at 15:58
Ancora più odiosi degli ambientalisti di facciata, quelli del NO a prescindere, sono i Dementoambientalisti del genere di quelli che si sdraiano sulle corsie di strade ed autostrade e bloccano il traffico, o imbrattano monumenti o si incollano alle opere d’arte.
Ai primi, li obbligherei a muoversi a piedi o a cavallo e senza la possibilità di utilizzare i servizi pubblici;
ai secondi andrebbero semplicemente ridotte le arcate dentali con un ferro 9 da Golf.
Esseri inutili che protestano solo per il gusto di rompere le scatole, minoranze da orticaria che non meritano nessun rispetto in quanto sono loro stessi a mettersi in minoranza voluta, pretendendo pure di accampare diritti universali.