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«La scherma non è solo Olimpiadi: c’è anche in Valsesia»

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Lettera aperta di Moris Lavezzi, presidente della scuola “Custodes temporis”

Dal presidente della scuola di scherma “Custodes temporis”  Moris Lavezzi riceviamo e pubblichiamo.
 
«Siamo nel 2016, anno ‌delle XXXI Olimpiadi che si svolgono a Rio in Brasile. Gli sport in cui abbiamo vinto delle medaglie finora sono soprattutto sport denominati erroneamente a mio avviso “minori”, e sono quelli che ci danno più soddisfazioni nelle Olimpiadi ma non solo. Ad esempio, sono anni che vinciamo medaglie nei mondiali ed europei di scherma: il nostro medagliere mondiale conta un totale di 325 medaglie tra oro, argento e bronzo e quello europeo 168 dove siamo secondi alla Russia (che agli ultimi Europei di Torun ci ha sorpassato). Eppure ogni anno alla fine delle Olimpiadi ci dimentichiamo di questi sport per altri che, almeno così si crede, danno più visibilità. Certo ci ricordiamo di più dei calciatori come Platini, Anastasi o Cerezo piuttosto che di campioni che hanno fatto grande l’Italia negli anni addietro quali Nedo Nadi (primo schermidore a vincere tre ori nelle tre specialità della scherma), Edoardo Mangiarotti, Giovanna Trillini, Valentina Vezzali e altri nella scherma; Ezio Gamba, Pino Maddaloni, Felice Mariani nel judo; Marco Venturini, Andrea Benelli, Giovanni Pellielo nel tiro.
 
Ma siamo sicuri che gli sport più conosciuti siano quelli in cui sia più facile sfondare? Facciamo due conti ipotetici basandoci su calcio, basket e pallavolo tra i più praticati e scherma, judo, tiro e atletica tra i meno praticati… Potremmo affermare senza ombra di dubbio che in uno sport dove ci sono centinaia di migliaia di praticanti sia più difficile arrivare nella squadra azzurra in confronto a uno sport dove i praticanti si abbassano di molto, eppure sono tutti alla ricerca di un qualcosa: i soldi facili… Il modello che abbiamo tutti in mente adesso è il calciatore che gira in Lamborghini o in Ferrari piuttosto dello judoka che gira in Mercedes quando gli va bene. Ma non andiamo ad immaginare quanto sia difficile arrivare a quei livelli, pensiamo che sia facile senza capire che davanti a noi ci sono migliaia e migliaia di altri che la pensano allo stesso modo, si crede che senza un grande impegno basti avere i piedi buoni e che la forma fisica sia in secondo piano e poi sappiamo che le grandi squadre prima di affidarsi ad un italiano cercano lo straniero.
 
Qui entrano in gioco questi sport denominati minori… Certo ci deve essere l’impegno anche in questi sport, l’allenamento deve essere costante e non bisogna arrendersi alle prime fatiche o ai primi errori. In questi giorni, girando nei paesi, si sente dire “chissà dove si potrebbe provare questo sport o quest’altro” pensando che si debba andare in città lontane (almeno Vercelli, Biella, Novara o Verbania) senza sapere che qui da noi si possano provare questi sport ed appassionarsi ad essi senza spendere capitali in trasferte, attrezzatura e mensili.Tutti pensano che la scherma sia uno sport caro ma non è così, dipende sempre da cosa si acquista. Da settembre a Varallo si può tirare di scherma ogni giovedì pomeriggio, a Quarona ogni martedì pomeriggio, a Borgosesia ogni venerdì pomeriggio, a Gattinara ogni lunedì pomeriggio e a Coggiola ogni martedì pomeriggio; si possono provare tutte e tre le armi (spada, fioretto e sciabola) per trovare quella giusta e se si è iscritti nella palestra di Varallo nulla vieta di allenarsi anche a Quarona e/o Borgosesia. La scuola può essere contattata tramite mail a scherma.temporis@gmail. com oppure al numero di telefono 370.321.80.31».
 
Moris Lavezzi

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