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La Valsesia ricorda Gianni Galli: ha raggiunto il fratello gemello, morto sul Bernina
La Valsesia ricorda Gianni Galli: esperto alpinista, era un punto di riferimento per i giovani appassionati di montagna.
La Valsesia ricorda Gianni Galli
Il mondo della montagna perde un appassionato di grande competenza: per Gianni Galli, esperto alpinista, il Monte Rosa non aveva segreti, avendolo percorso in lungo e in largo.
Aveva 85 anni e abitava a Quarona, ma era un volto notissimo tra tutti gli amanti della montagna. Lascia la moglie Gianna, i figli Nicola e Michele, i quattro nipoti Riccardo, Silvia, Camillo ed Elia e la sorella Anna. Il funerale è stato celebrato giovedì nella chiesa parrocchiale di Quarona.
I soccorsi a “Marcellino”
A ricordarlo, tra gli altri, il Grim Varallo: «Gianni Galli ci ha lasciati ma nessuno può dimenticare i bei momenti in montagna che abbiamo trascorso insieme – scrive Ferruccio Baravelli -. Gianni non è stato solo un alpinista di punta nei tempi d’oro ma anche un bell’esempio per tanti giovani. Era bravissimo a narrare i suoi ricordi e qualsiasi tipo di racconto, tanto da rapirti per tutto il tempo…»
E i ricordi non mancano: «Proprio al col d’Olen, il 10 e 11 luglio 2010 presso il rifugio Vigevano, i ragazzi del Grim attendevano la notte per scrutare con un potente telescopio le galassie grazie a un astronomo che li aveva raggiunti. Tra noi c’era anche Gianni Galli con il figlio Nicola e il nipote Riccardo. In attesa del buio proponiamo a Gianni di raccontarci di persona ciò che ancora oggi i libri narrano come l’incredibile soccorso dell’alpinista Giorgio Bertone “Marcellino”, avvenuto il 28 agosto 1960 sul Canalone Sesia del Monte Rosa. Dopo un’iniziale timida titubanza, Gianni inizia il racconto di uno dei primi interventi di soccorso alpino ancora oggi ritenuto tra i più difficili e temerari svoltosi in alta montagna. L’orgoglio del figlio Nicola e di quel nipote ma anche lo stupore di tutti i presenti era palpabile. Un’operazione di soccorso, che lui non disse ma che noi sottolineammo, gli è valsa la medaglia di bronzo al valor civile».
La preghiera
Baravelli poi ricorda anche un altro episodio molto curioso: «Un’altra volta durante la “Peregrinatio” tra Orta e Varallo nel 2006, i ragazzi del Grim con tutti i partecipanti, all’arrivo entrarono nella Basilica del Sacro Monte di Varallo e in un momento di vuoto imbarazzante, Gianni salì sul pulpito e intitolò una preghiera per tutti i caduti in montagna: ancora una volta dimostrò la sua capacità di prendere in mano la situazione facendo qualcosa di bello».
All’interno del Cai Varallo era vice presidente della commissione “Montagna antica, montagna da salvare”.
Sul lavoro
«Molti l’hanno conosciuto anche per essere stato dirigente della Poli Spa di Cravagliana e dove anche qui si distinse per gli stessi pregi, oltre che nel campo del lavoro. Come quando annunciarono l’assassinio di Ado Moro e fu proclamato uno sciopero immediato a livello nazionale che personalmente ritengo fosse, di per sé, poco utile per sensibilizzare gli operai su quanto accaduto. Gianni, con una prontezza di spirito invidiabile, anziché contrastare tale iniziativa considerata la sua posizione, propose di sospendere il lavoro e con il pulmino aziendale di raggiungere il monumento dei caduti a Cravagliana per ricordare lo statista Aldo Moro, ma soprattutto per ricordare coloro che erano caduti in nome della libertà e della democrazia, contro ogni forma di violenza politica – ricorda ancora Baravelli -. Questi sono gli uomini che ci mancheranno ma che grazie al loro esempio lasciano un indelebile ricordo per tutti coloro che li hanno conosciuti».
La perdita del fratello
Tra l’altro Gianni aveva perso il fratello gemello Fausto proprio in montagna, sul Bernina. «La data di quell’incidente per Gianni ha sempre rappresentato, a ogni ricorrenza, un momento di grande sofferenza come ci raccontava il figlio Nicola – conclude Baravelli -. Ora vogliamo immaginare Gianni tra le sue montagne con Fausto che dalle cime racconta agli angeli tutte le cose straordinarie che si possono vivere sui monti, anche tra noi mortali».
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