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Lorenzo Fanottoli messo ko da un masso: addio alla Dakar per il motobiker di Borgosesia

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Lorenzo Fanottoli è stato costretto a interrompere la sua Dakar: una brutta caduta l’ha condotto in ospedale.

Lorenzo Fanottoli deve lasciare la gara

È finita dopo pochi giorni, purtroppo, la Dakar di Lorenzo Fanottoli: un brutto incidente l’ha messo ko tanto da richiedere anche un intervento chirurgico. Ma la testa è già alla prossima edizione. «Ho un conto in sospeso, ci riproverò…», commenta il motobiker di Borgosesia.
«Vivere la Dakar per me è stato un sogno – commenta – anche se purtroppo è durato poco, eppure stavo anche andando bene». Tutto è successo al quarto giorno: «Era la terza tappa – ricorda – e negli ultimi 15 chilometri ho preso un sasso con la gomma davanti, era impossibile vederlo, infatti era completamente coperto dalla sabbia. Fatto sta che nell’urto sono balzato avanti e sono caduto dalla moto atterrando purtroppo su un masso».

Fino alla fine della prova

Nonostante tutto Fanottoli si è rialzato, seppur dolorante, e ha ripreso la sua corsa: «Gli ultimi otto chilometri della prova – spiega – erano tutti tra le dune. Il dolore era davvero insopportabile, ho toccato la spalla e ho sentito che era completamente fuori posto». Giunto al traguardo lo staff medico della Dakar lo ha preso in cura, appena ci si è resi conto della situazione il motobiker è stato portato in ospedale. «E’ arrivato l’elicottero con i soccorsi – spiega -. Mi hanno trasferito al campo base e poi direttamente in aeroporto. La stessa sera dell’incidente sono stato caricato in aereo verso Rihad e ho raggiunto l’Italia. Mi hanno operato al Galeazzi a Milano, ho dovuto mettere una placca». Nell’urto si era provocato almeno sei fratture.
Intanto ha già iniziato la fisioterapia per riprendere completamente l’uso della spalla.

La prossima edizione

«Non mi scoraggio, assolutamente – sottolinea il borgosesiano -. Anche perché la gara stava andando bene. La voglia di finirla è tanta. Ho un conto in sospeso. Ero 37° fino a quel momento. Alla prima tappa avevo rotto il camel bag e sono rimasto senza acqua, ma non ho mollato e sono riuscito ad arrivare comunque alla fine. Anche a livello di classifica ero tra i primi italiani e questo mi spronava a fare sempre meglio. Alla fine poteva arrivare anche una bella gara e una bella classifica. Senza spingere mi ero trovato davanti. E questo mi fa ben sperare per la prossima edizione».
La determinazione è davvero tanta per il 26enne. «Ho sempre voluto affrontare la Dakar – spiega -. Sono cresciuto in Africa, i miei genitori infatti hanno vissuto in Niger e da bambino ho visto passare più volte le moto, le auto e i camion della Dakar, la passione è cresciuta con me. Non a caso a 18 anni avevo fatto un viaggio in moto in Marocco, ora però sono pronto per la vera Dakar».
C’è un anno di tempo per conquistare il pass e rivivere il sogno infranto nel momento più bello.

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