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«Nessun rifiuto pericoloso a Lozzolo». Parla la ”Ricerche minerarie”

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Il direttore dell’azienda: «Abbiamo proposto un progetto che non andrà a pesare sul paese dal punto di vista ambientale»

Nell’impianto di recupero rifiuti di Lozzolo non verranno trattati rifiuti pericolosi o nocivi. L’azienda ”Ricerche minerarie” tranquillizza cittadini e amministratori sul progetto che dovrebbe partire una volta che ci saranno tutti i pareri conformi. E’ il direttore Alberto Grisoni a spiegare il nuovo intervento che si vuole realizzare. «Il progetto ha superato nel 2015 le verifiche ambientali di legge per poter mescolare con nostre argille alcuni tipi di rifiuti non pericolosi e rivenderle. Ora è stata presentata domanda di inizio attività su cui gli organi competenti dovranno pronunciarsi nei prossimi mesi».

Insomma tutte le fasi procedurali sono state avviate presentando un plico di documenti non indifferente: «Dopo aver ottemperato a tutti gli obblighi di legge che saranno imposti e passate le verifiche conseguenti, si potrà iniziare l’attività». Nella delibera della Provincia di Vercelli si dice chiaramente «di escludere dalla fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale il progetto di realizzazione e gestione di un nuovo impianto di recupero rifiuti, come da esiti della conferenza dei servizi, in quanto non genera impatti ambientali negativi significativi».

E sull’intervento la ”Ricerche minerarie” aggiunge ancora: «Si precisa che si tratta di materiali non pericolosi e non odorosi, che saranno trattati nello stabilimento già esistente e inviati a una clientela già acquisita. A Lozzolo, quindi, non resterà nulla di tali prodotti, che viaggeranno esclusivamente con formulari di identificazione su automezzi coperti di ditte certificate e autorizzate. La quantità massima trattata giornaliera sarà minima in confronto all’attività già esistente. Dopo il trattamento questi materiali perdono la caratteristica di rifiuto non pericoloso e sono considerati come materie prime».

E anche il traffico veicolare verso la zona della cava sarà decisamente ridotto. «Due camion in più a regime – spiega Grisoni -. Abbiamo voluto proporre un progetto che di fatto permetterà all’azienda di lavorare, ma senza andare a pesare sul paese dal punto di vista dell’impatto ambientale».