Attualità
Nuovo progetto sulla Via Francigena
Una iniziativa che toccherà anche la Valsesia
Venerdì 3 febbraio sarà presentato il progetto “Una strada per l’Europa. La Via Francigena novarese tra viandanti, mercanti e pellegrini” di Dorino Tuniz. L’iniziativa è voluta dal Fai e l’incontro si terr all’Archivio di Stato di Novara. Il percorso dell’odierna strada 229, che conduce da Novara al lago d’Orta e alle valli ossolane, è riconducibile a quella dell’antica via romana Settimia, costruita alla fin e del II secolo d.C., al tempo della guerra tra Clodio Albino e Settimio Severo. Al tracciato dell’antica via romana si sovrappose in età medievale una strada francigena, o francisca che da Genova, passando per Tortona, Lomello, Novara e il versante orientale del Cusio conduceva ai passi alpini dell’Ossola o alla valle Vigezzo verso Locarno, o al valsesiano passo del Turlo, o a quello del Monte Moro che portava alla valle del Rodano. La rete di strade alla quale il nome di Francigena potrebbe estendersi è molto più ampia di quella percorsa nel 990 dall’arcivescovo di Canterbury Sigerico per andare a Roma. Numerose altre strade furono chiamate con lo stesso nome, perché la loro funzione viaria era analoga nel condurre dalle regioni d’oltralpe (la terra dei Franchi) pellegrini e mercanti a Roma, collegandosi inoltre con le grandi vie del cammino di S. Giacomo di Compostela. In questa rete di strade possiamo annoverare la Francigena del territorio novarese, una delle molteplici varianti che portavano verso i valichi alpini. Non è possibile determinare con precisione il tracciato di questa via, ma una fascia di territorio interessato dal passaggio di un percorso, che può contenere volta per volta un percorso oscillante nel tempo o anche numerose varianti parallele. Anche la Francigena novarese fu un importante generatore di modelli insediativi, di servizi e di poteri locali. Lungo il suo percorso nacquero villaggi, si svilupparono centri abitati, sorsero hospitalia e monasteri specializzati nell’assistenza. La francigena novarese è stata anche uno degli itinerari minori di quella grande rete stradale che conduceva oltre i Pirenei alla tomba di san Giacomo a Compostela, collegando il Novarese e le regioni transalpine oltre l’Ossola al più meridionale dei grandi cammini per Santiago, quello Tolosano, che arrivava ai Pirenei e proseguiva poi per la Galizia.
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