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‘Orgogliosi che Borgosesia continui a tenere le immagini di Gianluca’

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La sorella di Gianluca Buonanno  risponde alle critiche di chi non vorrebbe più vedere la figura del sindaco in città nelle sagome e cartelloni

Dopo le polemiche per la sagoma di Gianluga Buonanno ancora in giro per Borgosesia, anche la famiglia prende posizione con una lettera della sorella Emanuela.

Egregio direttore, La ringrazio per avermi dato la possibilità di replicare sul Suo giornale alla lettera inviata dai alcuni rappresentanti dell’opposizione del consiglio comunale di Borgosesia riguardante mio fratello Gianluca e le modalità con le quali egli viene rappresentato in alcune pubblicità del Comune di
Borgosesia.
Nei mesi successivi alla scomparsa di mio fratello Gianluca abbiamo ricevuto una incredibile
quantità di manifestazioni di affetto e di riconoscenza ma certamente anche qualche offesa. In
famiglia eravamo preparati a questa evenienza e ci siamo imposti di non replicare. Ma adesso le
offese arrivano da così vicino a noi e sono così subdole che danno più fastidio e pertanto non
posso esimermi dal replicare.
Ci tengo innanzitutto a precisare che io e la mia famiglia siamo orgogliosi che il Comune di
Borgosesia continui a utilizzare l’immagine di Superman con le fattezze di mio fratello, perché ci fa
sentire che Gianluca è sempre tra di noi con la sua energia e il suo entusiasmo contagioso che è
stato il motore di tante iniziative che hanno sempre riscosso grande successo e adesione, percui
riteniamo inutilmente polemiche e pretestuose certe dichiarazioni che parlano a tale proposito di
“macabro esibizionismo”, di utilizzo di soldi pubblici o disquisiscono sul colore del costume di
Gianluca-Superman.
Ma piuttosto che impegolarmi in un dibattito sul contenuto della lettera, vorrei spendere due parole
per far comprendere chi era veramente mio fratello e poi lasciare giudicare ai lettori. Al di là della
sua immagine pubblica esuberante – dettata dal desiderio di Gianluca di dare voce e visibilità al
proprio messaggio – nel privato Gianluca era una persona di grande sensibilità, che ha sempre
avuto una particolare attenzione per i problemi della gente comune, intervenendo spesso in prima
persona e di tasca propria per aiutare chi ne aveva bisogno e senza mai pubblicizzare queste sue
azioni.
Per questo la gente l’ha sempre scelto, gli ha dato fiducia e ha confidato in lui in quanto
Amministratore capace e molto attento, che ha sempre lavorato per il bene della Valsesia e per la
salvaguardia della sua identità territoriale, sociale e culturale.
Gianluca è stato un uomo che ha vissuto con la passione, quasi l’ossessione, per migliorare le
cose e per far crescere la Valsesia, al punto che ha speso le sue ultime parole per dichiarare il suo
amore alla sua famiglia ed alla “sua” Valsesia. Ecco: questo era mio fratello.
Per concludere e ritornare al soggetto della lettera: io non trovo che i cartelli e le sagome siano né
macabri né offendano la memoria di un uomo “morto troppo presto”, anzi, al contrario, credo che
ricordino un uomo ancora ben vivo ed in mezzo a noi con le sue idee, con il suo sorriso e con la
sua voglia di fare.
Ma forse è proprio questo che fa paura ai firmatari della lettera.
Per il resto sarà la gente a giudicare sia del suo operato che di quello dei firmatari della lettera. E
la gente, di solito, non sbaglia

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