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«Orgoglioso di fare l’allevatore, non smetterò per quattro animalisti sfegatati»

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L’ex sindaco di Rossa replica alle contestazioni di domenica a Isolella

Amo il mio lavoro di allevatore e ho accettato un vita di sacrifici: non saranno certo gli animalisti a farmi cambiare mestiere. E’ la sintesi di un post di Marco Defilippi, allevatore ed ex sindaco a Rossa, che scrive dopo le contestazioni di domenica alla “Fera dal Borgo”. Come si ricorderà, in quella occasione un gruppo di attività dell’Avi, Associazione vegani italiani, contestò duramente le condizioni di asservimento in cui vengono tenuti gli animali, arrivando anche dire che «sul formaggio bisognerebbe scrivere il marchio “morte”, perchè deriva dalla sofferenza e dalla morte di esseri viventi» (guarda il video)

Ma Defilippi non ci sta: «Per fare l’allevatore ho accettato una vita di sacrificio – scrive su Facebook -, dove non ci sono né feste né ferie, lavorando anche sedici ore al giorno sotto il sole che cuoce o con i vestiti inzuppati d’acqua. Ho le mani mani che sembrano carta vetro e le gambe segnate dai rovi, se mi prendo un’influenza mi strascico in stalla perché le bestie ci sono sempre e hanno bisogno di mangiare e di essere munte. La mattina del mio matrimonio alle sei ero in stalla per mungere e il viaggio di nozze non so cosa sia. Quando gli amici sono nel pieno della festa io li saluto perché il dovere chiama e vi assicuro che tante volte preferirei starmene sul divano con la mia famiglia ma non posso, c’è ancora lavoro da fare. A fine mese conto i debiti che ho sperando di non dover chiudere il mese successivo… E secondo voi smetterò per alcuni animalisti sfegatati?»

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