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Pecore sbranate in alta Valsesia: tre attacchi nelle ultime settimane | LE FOTO

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Pecore sbranate dai lupi: in breve tempo gli attacchi dei predatori sono stati molteplici.

Pecore sbranate dai lupi

In poche settimane il lupo ha colpito ripetutamente tra Fobello, Rimella e l’ultimo attacco all’alpe Laghetto tra Sabbia e Cravagliana. Ammontano a diverse decine i capi uccisi. Il grande predatore colpisce ancora in alta Valsesia e l’assessore Marco Defilippi dell’Unione montana non può far altro che prendere ancora una volta appunti sull’ennesimo attacco. «Ormai non possiamo parlare più di emergenza – spiega -. Abbiamo attacchi continui, stanno diventando una consuetudine. E se si va avanti così da una parte rischiamo di perdere le piccole aziende agricole che resistono in alta Valsesia, dall’altra faremo la fine del Torinese trovandoci poi i lupi nei paesi».

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Gli attacchi

La predazione all’alpe Laghetto è solo l’ultima in ordine di tempo. Le immagini finite sui social sono impressionanti. «La settimana scorsa altri due attacchi si erano verificati a Rimella – spiega -. Poi un altro a Fobello con diversi capi abbattuti». Difficile dire se si tratta di un lupo solitario o di un branco. «Poco importa – replica Defilippi -. Se anche fossero lupi solitari, tra un po’ si formeranno i branchi e lì sarà davvero difficile gestire la situazione. Adesso trovano ancora selvaggina, ma il vero impatto di questo predatore nel nostro territorio si vedrà nel corso del tempo. Se continuano ad aumentare poi d’inverno ce li troveremo nei paesi in cerca di cibo, proprio come capita nelle valli del Torinese». Di fatto il lupo può vagare tranquillo: «Hanno capito che nessuno li caccia. Sono liberi e quindi girano indisturbati».

L’impatto

A livello di Unione montana Defilippi ha già fatto tutte le segnalazioni del caso. «Anche facendo le comunicazioni ai vari uffici regionali non cambia nulla, si va a sbattere contro un muro rappresentato dalle norme che tutelano questi animali a livello europeo. E poi prendersela con il lupo alla fine si finisce anche per avere tutta l’opinione pubblica contro». Insomma chi non vive la montagna tutto l’anno con una attività di allevamento non sembra comprendere a fondo il problema: «Quando poi i lupi arriveranno nei paesi, come avviene in altre parti d’Italia allora forse qualcosa si muoverà. Ma ormai sarà troppo tardi».

I cani

A rimetterci intanto sono le aziende che stanno continuando ad avere danni importanti a livello economico. La presenza del lupo può essere contrastata. In molti si stanno dotando dei cani da guardiania. «Ma anche qui sta venendo fuori un’altra questione – osserva Defilippi -. Sono animali che non c’erano prima nelle nostre vallate. Ci sono Comuni che hanno emesso le prime ordinanze per cercare di far coesistere i cani da guardiania addestrati a difendere l’allevamento e i cani che accompagnano gli escursionisti nelle varie camminate lungo i sentieri della Valsesia».

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