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Personaggio da film horror all’ingresso del santuario di Oropa

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Personaggio da film horror all’ingresso del santuario di Oropa. Il rettore: è l’inizio di un percorso, rappresenta le angosce e i tormenti del nostro tempo.

Personaggio da film horror all’ingresso del santuario di Oropa

Si chiama Boogyeman ed è tutto dire, visto che ricorda il film horror del 2005 con il cosiddetto “uomo nero”. E’ un’opera d’arte collocata nel piazzale d’ingresso al santuario di Oropa, che ovviamente sta facendo molto discutere.

In tanti, in questi primi giorni della mostra “Pieghe dell’Anima”, hanno giudicato inappropriata e fuori luogo la presenza della scultura (la prima delle nove che compongono l’esposizione) proprio all’entrata del luogo sacro. L’aspetto “malefico”, se non addirittura “satanico”, ha fatto storcere il naso a più d’un visitatore.

La spiegazione del rettore

Eppure non è casuale che gli organizzatori abbiano scelto di posizionarla proprio lì. A spiegarlo è don Michele Berchi, rettore del santuario.

«Ci tengo a precisare innanzitutto che non c’è alcuna volontà provocatoria – ha dichiarato il sacerdote a La nuova provincia di Biella -. È molto importante che ci sia una reazione, che le opere colpiscano o lascino stupiti, ben venga, laddove questo apre alla curiosità e all’interesse e consente di scoprire che si tratta appunto di un percorso che si sviluppa all’interno di tutto il Santuario, non di un’opera messa lì a caso e fine a se stessa».

Simboleggia la paura all’inizio di un percorso

«E’ inquietante – aggiunge don Berchi – e non potrebbe essere altrimenti dato che simboleggia la paura, il terrore, lo spavento. È all’inizio del percorso per questo, perché rappresenta le angosce e i tormenti del nostro tempo, dalla pandemia alla guerra, e quelle che ognuno di noi si porta dietro proprio arrivando a Oropa. Paure delle quali simbolicamente ci si libera proprio nel cammino che ci avvicina alla Madonna, alla speranza e al coraggio che vengono rappresentati alla fine dalla scultura di Icaro».

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6 Commenti

1 Commento

  1. Roberto x

    9 Luglio 2022 at 9:44

    Vabbè, prendiamo per buono quanto dice il ns rettore; obiettivamente, io non comprendo la necessità di dovere collocare quell’opera proprio all’ingresso di un luogo sacro che – per inciso – c’entra come i cavoli a merenda.

  2. David

    9 Luglio 2022 at 13:30

    A me capita tutti i giorni rientrando a casa dal lavoro e trovando mia moglie.

  3. Raffaele

    9 Luglio 2022 at 13:43

    Il santuario è anche un’opera, architettonica e quell’affare non c’entra assolutamente nulla se volete esporre, l’uomo nero, mettetelo altrove e non profanate un opera architettonica con cose orribili.
    C. Raffaele

    • AteoVero

      10 Luglio 2022 at 8:51

      Addirittura? Io l’uomo nero lo trovo perfettamente adatto se messo in un luogo “sacro” a ricordare a tutti sia gli orrori della Chiesa antica che quelli di quella moderna, dove tanti cosiddetti “preti” si comportano da uomini nero nei confronti delle vittime dei loro abusi sessuali. E’ giusto ricordare al mondo le nefandezze di questi personaggi, e che i giovani abbiano paura del clero.

  4. Lili

    9 Luglio 2022 at 21:08

    Nn se ne può più di queste americanate

  5. alessandro belviso

    12 Luglio 2022 at 15:47

    un rettore d’importante santuario cristiano affida la salvezza, in senso figurato a Icaro…mitico! anche se è sconsigliabile con questo sole 😃
    Sarà il caldo o un eccesso di buon amaro di Oropa? mi taccio

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