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Pray, il ”Cammino della luce” è tornato a Norcia

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La telefonata dalle zone terremotate: “Qui manca tutto”: tre volontari partono con un furgone stracolmo di viveri

I ragazzi de “Il cammino della luce” di Pray nuovamente nei luoghi del terremoto.
La scorsa domenica quando la terra ha tremato, forte come non succedeva da oltre 30 anni, i volontari dell’associazione valsesserina erano a Norcia. In sette avevano trascorso la notte in un agriturismo, la mattina avrebbero raggiunto Amatrice per consegnare il denaro raccolto con le iniziative solidali. Ma il sisma ha scombussolato i piani e i volontari hanno trascorso la giornata dando una mano in un campo allestito per gli sfollati, poi il rientro a casa.

Una manciata di giorni e squilla il telefono del referente del “Cammino della luce” Ivan Placido: è un abitante di Norcia, uno dei tanti amici che il gruppo si è fatto andando di anno in anno nei luoghi che hanno dato i natali a San Benedetto, Santa Rita e San Francesco. «Mi ha detto che  in paese non c’era più nulla, avevano bisogno di tutto e mi ha chiesto se avevamo qualcosa da mandargli. E in effetti di cose ne avevamo, tanti prodotti già inscatolati che avevamo raccolto per le popolazioni di Amatrice. E così siamo partiti di nuovo, questa volta in tre, alla volta di Norcia».

I paesi colpiti dal terremoto sono difficilmente raggiungibili, molte delle strade principali sono impraticabili e così il gruppo si è dovuto avventurare in stradine secondarie per arrivare a destinazione. Il furgone su cui hanno viaggiato era pieno come un uovo di prodotti da consegnare. «Una volta sul posto – prosegue Placido – abbiamo aiutato nello smistamento. E’ stato facile, perchè era già tutto inscatolato. Qualcosa è rimasto a Norcia, altro è andato a Cascia. Qui le case sono rimaste in piedi, ma sono inagibili e perciò la gente è sfollata. Anche con Cascia abbiamo un rapporto speciale, con il “Cammino della luce” ci andiamo tutti gli anni». Il gruppo ha consegnato un’offerta di 100 euro al vice-parroco di Norcia, che ha seguito gli sfollati trasferiti sulle sponde del lago Trasimeno. 

Il denaro che il gruppo avrebbe voluto affidare la scorsa domenica al parroco di Amatrice sarà probabilmente consegnato nel primo weekend di dicembre: «Salvo imprevisti salteremo l’ultima tappa del cammino della luce, quella in Trentino, e torneremo invece nei luoghi del terremoto. Se servirà porteremo giù anche un altro carico di scatolame. Consegneremo i soldi, quelli raccolti finora e quelli che i cittadini vorranno donare da qui a dicembre. Ne daremo una parte ad Amatrice, un’altra a Norcia. L’importante è che ora la terra smetta di tremare». Rispetto alla domenica del terremoto, i volontari hanno trovato una situazione più tranquilla: «Ovviamente la gente è ancora spaventata e ha paura di una scossa gemella dell’altra – conclude Placido -, ma c’è anche tanta speranza, tutti che dicono “ce la faremo”, “ci rialzeremo”. Si respira tanta solidarietà, è come se il terremoto li avesse avvicinati. Di certo però si è ben lontani dalla normalità: prima di tornare a casa ci siamo fermati a Cascia, una cittadina che di solito è in fermento, piena di turisti; abbiamo trovato un deserto, tutto era chiuso. Una situazione surreale».

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