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Pray rilancia: Comune unico altrimenti si va verso il tracollo

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Gianfranco Mencattini: 400mila euro solo per le spese di personale

Se non si fa qualcosa, i Comuni rischiano di restare paralizzati. I trasferimenti statali sono sempre meno, e il costo del personale non si può toccare. Alla fine, per il territorio rimangono le briciole. E’ in sintesi il pensiero espresso dal vice sindaco di Pray Gianfranco Mencattini durante l’ultimo consiglio comunale. E ancora una volta ribadisce la necessità di puntare sul Comune unico. Mencattini ha snocciolato i conti: «Il costo del personale comunale è di circa 400mila euro, mentre il personale dell’asilo nido ammonta a 100mila euro l’anno, poi c’è il costo relativo al personale della cooperativa per circa 70mila – ha fatto presente Mencattini -.  Anche l’asilo nido con una media di otto bambini e attualmente con soli quattro iscritti ha un costo che viene ripartito tra sette Comuni convenzionati  ed in parte compensate dalle rette pagate dalle famiglie. Nel 2015 su un deficit di 145mila euro, il totale della spesa annua in carico al Comune di Pray è stata di 53mila euro. Questa cifra grava sulla fiscalità generale, quindi sulle entrate correnti del nostro Comune».

In futuro poi è prevista la copertura del posto vacante di vigile urbano convenzionato con Coggiola, ma bisognerà anche trovare un ragioniere visto che l’attuale andrà in pensione a fine 2017. «Se le risorse vengono impiegate in gran parte per il suo funzionamento, allora viene meno l’azione del Comune verso i cittadini ed il territorio. Per questo bisogna pensare al Comune unico».

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