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Prima risonanza magnetica cardiaca a Biella

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Sistema dove le immagini possono fare la differenza

L’Ospedale di Biella è in prima linea nell’offrire trattamenti diagnostici sempre più specifici. Nei giorni scorsi sono stati studiati per la prima volta alcuni pazienti sfruttando come metodica la risonanza magnetica cardiaca. È stata utilizzata una delle due macchine più evolute donate alla radiologia della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Si tratta di un esame altamente specialistico che vede operare in sinergia il radiologo e il cardiologo. I professionisti dei due reparti operano in team, fornendo ciascuno il proprio apporto, tecnico e clinico. “L’introduzione di questo nuovo metodo – ha detto il direttore generale Gianni Bonelli – è un ulteriore tassello che si integra al processo di specializzazione avviato all’interno delle nostre strutture sanitarie. Perché i cittadini si meritano il meglio e noi stiamo investendo perché qui a Biella possano trovare l’assistenza più all’avanguardia di cui hanno bisogno”. L’esame è basato sull’applicazione di un campo magnetico di elevata intensità alla parte del corpo da esaminare e prevede molto spesso l’utilizzo del mezzo di contrasto. Rispetto ad altre metodiche di imaging ha diversi vantaggi: l’assenza di radiazioni ionizzanti e la possibilità di ottenere immagini multiplanari. Applicata al cuore, permette di ottenere informazioni riguardo alla struttura del muscolo cardiaco. In genere viene utilizzata nei casi in cui le tecniche tradizionali – come l’ecocardiografia – non possono fornire informazioni sufficienti. “Grazie alle particolari tecniche di imaging (T1 mapping) – sottolinea il dott. Marco Marcolongo direttore della Cardiologia – siamo in grado di studiare in modo approfondito la composizione del tessuto del miocardio ottenendo informazioni preziose sulla genesi e sulla progressione delle più diverse patologie”. Tale tecnica viene utilizzata in particolare nelle patologie primitive del muscolo cardiaco o cardiomiopatie (ipertrofica, restrittiva, dilatativa), le malattie da accumulo (amiloidosi, emocromatosi) o le malattie infiammatorie (miocarditi virali, miocarditi autoimmuni, rigetto di trapianto). Migliora la capacità diagnostica nella cardiopatia ischemica rendendo ad esempio più sicura l’indicazione a procedure di rivascolarizzazione (by-pass, angioplastiche coronariche); consente una migliore descrizione degli effetti delle valvulopatie sulla meccanica cardiaca e uno studio anatomico e funzionale di tutte le anomalie congenite del cuore.

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