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Proteste in alta Valsesia per i nuovi orari scuolabus: levate all’alba per poi aspettare a scuola
Proteste in alta Valsesia per i nuovi orari scuolabus: levate all’alba per poi aspettare a scuola. Un disagio per gli alunni delle medie che vivono nelle valli laterali.
Proteste in alta Valsesia per i nuovi orari scuolabus
Cambiati da ieri, lunedì 10 ottobre, gli orari sulla Vercelli-Alagna per andare incontro agli studenti delle scuole superiori. Ma le modifiche fanno saltare l’assetto per gli alunni delle scuole dell’obbligo che abitano le valli del Sermenza e del Mastallone.
L’orario mattutino della linea Vercelli-Alagna di Atap è stato modificato per adeguarlo all’orario di inizio delle lezioni in alcuni istituti scolastici superiori del territorio. Poiché molti studenti che devono raggiungere provengono dalle valli Sermenza e Mastallone, dove il trasporto è gestito dall’Unione montana, a sua volta l’ente montano ha dovuto adeguare gli orari delle corse del Flexibus.
Si anticipa di un quarto d’ora
Per adeguarsi ai nuovi orari Atap, i ragazzi devono partire in media 15 minuti prima: quindi In Valsermenza intorno alle 6.25 anziché alle 6.40 e in Valmastallone partono alle 6.35 anziché alle 6.50, in modo che possano prendere la coincidenza che parte da Varallo alle 7.35 per raggiungere le scuole superiori di Borgosesia.
A fronte di ciò, è scattata la protesta delle famiglie che hanno un ragazzo che frequenta le scuole medie a Varallo, e che non ha alcuna necessità di anticipare. Anzi, così facendo i ragazzi arrivano almeno mezz’ora prima dell’inizio delle lezioni: il che comporta la necessità, per la scuola, di gestire questo tempo morto.
La protesta all’Unione montana
«Sono stato contattato da molte famiglie preoccupate – spiega l’assessore ai trasporti dell’Unione montana Valsesia, Alex Rotta – che mi hanno chiesto di ripristinare gli orari precedenti. Purtroppo, la decisione che riguarda gli orari delle scuole superiori e dei bus per gli studenti non dipende da noi e non ci ha coinvolto. Siamo molto dispiaciuti per il disagio che si viene a creare nelle famiglie dei ragazzini più piccoli. Stiamo seguendo la vicenda, con l’auspicio di poter mitigare quanto possibile le attuali difficoltà».
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