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Quarona dedica a Gianni Galli il laboratorio di avviamento al lavoro

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L’associazione Villa Rolandi Odv ha intitolato il Laboratorio del Fare alla memoria dell’amico e volontario Gianni Galli.

Intitolato a Gianni Galli il Laboratorio del Fare

Nel pomeriggio di sabato 4 dicembre, in località Campi dell’Oro, l’associazione Villa Rolandi ha riunito il sindaco (anche in veste di neoeletto presidente dell’Unione montana dei Comuni della Valsesia), il parroco e altri referenti di associazioni di cui Galli faceva parte per svelare la targa commemorativa.

Le associazioni presenti

Presenti infatti il Cai, con la sezione del Soccorso alpino e la commissione “Montagna antica, montagna da salvare”, l’Avis, la Protezione Civile Aib, il Rifugio Cà Mea del monte Tovo e la fondazione Valsesia.

E non potevano mancare neanche gli amici di una vita, come il dottor Leonardo Ruga (che Galli chiamava simpaticamente “tapru”, un soprannome nato durante le camminate in montagna).

Galli è mancato questa primavera, lasciando in tutta la comunità un grande vuoto e tanti pensieri di affetto. I molti che hanno preso la parola durante l’incontro (uno per ogni associazione) lo hanno infatti ricordato come una persona sempre a disposizione, pronta a rimboccarsi le maniche e aiutare il prossimo, dallo spirito allegro e vivace, con la sua risata caratteristica e la battuta sempre pronta.

«Gianni non si è mai tirato indietro dal fare il bene – ha concluso emozionato il presidente dell’associazione Villa Rolandi, Augusto Cavagnino, dopo aver ascoltato le memorie dei presenti –. Per questo dovrebbe essere ricordato per sempre, e dovrebbe essere d’ispirazione per i più giovani». E infatti anche l’intitolazione del laboratorio è un’iniziativa pensata per non dimenticare Galli.

In cosa consiste il “laboratorio del Fare”

Il “laboratorio del Fare” (acronimo di “Formazione, appartenenza, responsabilità, esperienza”) è stato inaugurato in località Campi dell’Oro lo scorso 8 marzo.

È un progetto a cui la stessa associazione Villa Rolandi ha partecipato attivamente, cofinanziando un progetto regionale.

Il laboratorio impiega infatti una ventina di ragazzi della Valsesia con disabilità psico-fisiche ed è pensato come esperienza di formazione e di avviamento al lavoro; focalizzato non solo su competenze tecniche, ma anche sociali e relazionali.

Gestito dalla cooperativa “Il ponte” di Invorio

«Questo è un progetto generativo – spiega il direttore della cooperativa Mauro Fanchini –. Si tratta infatti di un’esperienza che cura, cresce e accompagna, ma poi ti lascia andare e camminare con le tue gambe. Da marzo, quando abbiamo aperto, già due persone sono state inserite in azienda, e questo è un grande successo per noi».

Come detto, si tratta di un progetto “made in Valsesia”, pensato per ragazzi della zona, e a sua volta sostenuto da alcuni imprenditori valsesiani che commissionano lavoro, in prevalenza di assemblaggio meccanico.

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