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Quarona ricorda Daniele Vasino, morto nel 1977 a soli 26 anni

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L’ex sindaco Zamboni dedica un commovente momento al giovane militante della Cgil

Durante la celebrazione del 25 Aprile, Giancarlo Zamboni del direttivo Anpi di Quarona ha tracciato un ricordo di Daniele Vasino, a cui è intitolata la biblioteca del paese: «Il 18 aprile di quarant’anni fa a soli ventisei anni Daniele Vasino ci ha lasciati. E’ giusto ricordarlo in questa ricorrenza perché la figura di Daniele è importante per il nuovo antifascismo. Nipote di un partigiano, Andes, che è ancora tra noi, figlio di Magno, che ha partecipato con grande impegno alle nostre amministrazioni come consigliere e assessore fino alla sua prematura scomparsa, Daniele rappresenta tutta la nostra generazione.

«E’ stato un protagonista dell’attività sindacale come segretario della Cgil di Borgosesia ed era destinato ad assolvere impegni anche più importanti nel sindacato se non fosse stato rapito dalla malattia nel fiore degli anni. A Daniele Vasino è intitolata la biblioteca civica di Quarona. E’ stato forse un famoso intellettuale, uno studioso? No di certo. E’ stato invece un giovane che con alcuni altri ha iniziato a diffondere cultura partecipando alla gestione della biblioteca itinerante dell’allora Consiglio della Valle, nella convinzione che l’emancipazione della classe operaia iniziava da lì. I nazisti bruciavano i libri, Daniele aiutava a distribuirli. Da itinerante la biblioteca divenne stabile e per lunghi anni rimase luogo di appuntamento di un gruppo di giovani impegnati nell’antifascismo, nell’amministrazione, nella politica e nel sociale.

«Daniele era un ragazzo gioviale, dalla comunicativa immediata, capace di rendere evidente il ridicolo, il paradossale, il contraddittorio, in ogni circostanza. Scherzava sempre, per sua indole e per dare il segno che quando si è nel giusto anche nei momenti difficili bisogna sapersi prendere in giro, troppa serietà non giova. L’abbiamo sentito più volte citare Che Guevara: “Bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza.” E lui, nonostante questa sua immagine felice e spensierata era decisamente un duro. In tema di antifascismo non arretrava di un millimetro, non si faceva intimidire, sosteneva con fermezza ed in ogni circostanza i valori di libertà e giustizia che la lotta partigiana ci ha trasmesso. Al “Che” sembrava anche fisicamente, con quel barbone che si era fatto crescere, non si sa quanto in omaggio ai “barbudos” cubani e quanto per sembrare più maturo. Daniele leggeva, studiava, si informava, e svolgeva i suoi compiti con serena severità.

«Questo è il Daniele che abbiamo conosciuto. Il suo contributo all’impegno antifascista e alle lotte del movimento operaio rimanga intatto nella nostra memoria. Così come il suo sorriso complice, le sue battute piccanti, ed anche, infine, la sua tenerezza. Ricordarlo, in occasione del tributo annuale all’epopea partigiana, è un omaggio fatto non solo ai nostri martiri ma anche a tutti i componenti della nuova resistenza che prematuramente ci hanno lasciati. Alla figlia Katia, alla mamma Rita, alla memoria della moglie Gabriella e del papà Magno, vada il nostro commosso pensiero».

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