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Renato Garlaschini torna a Grignasco da scrittore

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Ospite del Centro studi, ha presentato il suo primo romanzo “Centonovantasette volte”

Nato e cresciuto a Grignasco, Renato Garlaschini questa volta ci  tornato da scrittore.La scorsa settimana è stato ospite del Centro studi, che ha organizzato una serata di presentazione del suo primo libro, dal titolo “Centonovantasette volte” (perchè 197 sono le volte in cui il protagonista pronuncia il nome dell’amata). Garlaschini, 52 anni, lavora a Milano per un’importante associazione industriale nazionale, dove si occupa prevalentemente di normativa e comunicazione. Sposato e padre di due figli, è laureato in giurisprudenza e vive a Saronno da dieci anni, dopo averne passati altrettanti a Milano.

Come è nata la sua passione per la scrittura?
Più che della scrittura sono appassionato di lettura, e spesso mi sono domandato come si facesse a scrivere, e se mai fossi stato davvero capace di scrivere una storia. Poi a un certo momento mi è venuta un’idea per una, e ci ho provato. Il risultato, appunto, è questo libro.

Da dove è nata questa idea?
Mi è venuta leggendo un libro di William Least Heat-Moon (Nikawa). E’ un autore che mi piace molto perché sa descrivere molto bene le persone, con semplicità, riuscendo a trasformare la vita ordinaria e normale in qualcosa che vale la pena raccontare e, dunque, leggere. In particolare in quel libro ho trovato l’episodio di un innamorato che fa una cosa un po’ stramba per la sua bella, e mi è sembrata una buona idea di partenza per sviluppare questa storia di un ragazzo che si innamora e che poco alla volta scopre cosa è il vero amore,anche attraverso il dolore.

Nel suo stile di scrittura si è ispirato a qualche autore in particolare o ha comunque uno scrittore preferito?
Non mi sono ispirato a nessuno, non aspiro a tanto, ho solo scritto il mio primo romanzo. Ovviamente, leggendo molto, assorbo il modo di scrivere dei veri scrittori e cerco di scovarne qualche trucco (e qualcosa penso di aver capito). Per fare un altro esempio, mi piace molto Cormac McCarthy, anzi lo adoro. Penso che pochi come lui riescano a scrivere i dialoghi, e se anche le sue storie sono sempre cupe e violente, riesce ogni volta a fare emergere non so come una nobiltà e una bellezza della vita che mi affascina. Poi credo che ciascuno di noi si porti dentro una biografia e, in fondo, scrivere è proprio riuscire a mostrare senza timore quello che siamo, anche attraverso storie inventate di sana pianta.

Fino a che età ha vissuto a Grignasco? Che rapporto ha mantenuto con il paese?
Ho vissuto a Grignasco fino al temine dell’università, quindi tutta la mia giovinezza e gli anni più belli. Ho molti ricordi, e tante persone cui voglio bene. Non ci vengo spesso, ma ogni volta è come tornare a casa. E mi sento bene. A questo proposito vorrei ringraziare il Centro Studi: sono stati stupendi ed è bello vedere che ci sono giovani appassionati che si impegnano per stimolare e mantenere vivo il proprio paese.

Ha già in progetto altre opere?
Sto finendo il secondo libro, una storia molto cupa e disperata. Poi comincerà la fatica di cercare un editore interessato alla pubblicazione. Speriamo. Credo che la cosa più bella per un esordiente sia trovare un editore vero, cioè non a pagamento, che crede nell’opera. Io mi sento fortunato.

“Centonovantasette volte” è edito dalle Edizioni Onereed (distribuito da directBOOK) e lo si può ordinare in tutte le librerie.

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