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Riapre al pubblico l’Archivio di Stato: a Varallo in pensione due storiche dipendenti

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Riapre al pubblico l’Archivio di Stato: a Varallo in pensione due storiche dipendenti. Saluto e plauso alle archiviste ora in pensione.

Varallo, riapre la sezione d’archivio di Stato

Sabato, nel Salone d’onore dell’Incoraggiamento, si è svolta la cerimonia ufficiale di ringraziamento del personale che reggeva la sezione di Archivio di Stato di Varallo e di presentazione della nuova archivista, la serravallese d’origine, Sara Bruno. La sezione di Archivio di Stato di Varallo da marzo 2020, causa pandemia, non riaprì le sale alla consultazione e dal 1 gennaio 2021 Maria Grazia Cagna Pagnone, funzionario Archivio di Stato, e Bruna Crivelli, assistente amministrativo gestionale, andarono in pensione. Elena Rizzato – convinta sostenitrice del “policentrismo conservativo” in base al quale ogni comunità conserva la propria documentazione, che viene fruita sul territorio che l’ha prodotta – ce l’ha messa davvero tutta in questi due anni di pandemia per garantire l’accesso ai documenti agli studiosi e per mantenere aperta la sezione di Varallo, garantendo al territorio questo importante servizio culturale. Si è confrontata direttamente anche con Anna Maria Buzzi, direttore generale Archivi del Ministero della cultura, e grazie anche all’intervento dell’onorevole Gianfranco Astori, si è trovata una soluzione, per continuare ad offrire un servizio agli studiosi valsesiani, ma non solo, perché fanno capo all’Archivio di Stato di Varallo anche ricercatori stranieri. Il ricco materiale conservato non riveste un interesse solo locale: ad esempio, senza consultare l’archivio della famiglia D’Adda Salvaterra, non si può conoscere la storia della Lombardia storica.

Dopo i saluti del sindaco Eraldo Botta e di Mario Remogna, presidente della Società d’Incoraggiamento, che hanno ringraziato la direttrice dell’Archivio di Stato di Vercelli, Elena Rizzato, per l’impegno e la determinazione con i quali ha difeso la Sezione di Varallo, l’onorevole Gianfranco Astori è intervenuto premettendo che luoghi anche più importanti della Valsesia non hanno una sezione decentrata di Archivio di Stato: «Al tempo dell’istituzione della Sezione di Varallo era sindaco Sergio Peretti, che aveva visto in essa un’opportunità per valorizzare quella che un tempo era stata la Provincia di Valsesia: oggi si è riusciti a mantenere questa istituzione, ma non si dovrà abbassare la guardia, perché il percorso non è ancora concluso».

Il personale in servizio presso la sezione, Maria Grazia Cagna, Bruna Crivelli e Ornella Pozzati, dal 1978 ha curato l’Archivio documentario e bibliografico, ordinandolo, rendendolo fruibile dagli utenti e facendolo crescere in tanti anni di servizio svolto in maniera competente. Essendo anche diplomata in Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso la prestigiosa scuola dell’archivio di Stato di Torino, ben comprendo l’importanza dello studio dei documenti e la delicatezza del lavoro spesso oscuro degli archivisti, che mettono a disposizione il materiale documentario, ponendo le basi per le ricerche. Attraverso un breve video – in cui le immagini poetiche di fiori e frutti, tratte dal restauro del più importante erbario italiano del Cinquecento di Pietro Andrea Mattioli, alludevano proprio al certosino lavoro del personale della Sezione, che ha portato frutti in termini di accessibilità e fruibilità – Elena Rizzato ha concluso il suo articolato intervento ricordando che: «Nella nascita della Sezione di Archivio di Stato di Varallo, istituita con Decreto Ministeriale n. 27 del dicembre 1973, è stato fondamentale il ruolo di Maurizio Cassetti, prematuramente scomparso nell’ottobre 2019. La Sezione, iniziò a funzionare nel 1978, con sede in Palazzo Racchetti che oggi ospita la biblioteca civica. Nel 1990 la sezione di Varallo si trasferì nell’attuale sede, in via Mario Tancredi Rossi, nell’edificio che un tempo ospitava il Convitto operaie della Manifattura Rotondi. Cassetti sottolineava spesso l’importanza della Sezione di Varallo: oltre tre chilometri e mezzo di metri lineari, auspicando qualora ci fosse stato l’intervento del Comune di Varallo, e anche, eventualmente, della Comunità Montana Valsesia e della Provincia, che la sezione di Varallo potesse diventare un vero e proprio “Archivio storico valsesiano”.

La riapertura al pubblico della sede varallese, annunciata ufficialmente dalla direttrice, sarà effettiva il 21 aprile: «E’ stata un’operazione molto difficoltosa, in questi tempi in cui gli archivisti sono diminuiti anche nella sede centrale di Vercelli, riducendosi a tre sole unità, la sottoscritta e due archivisti: grazie a Felice Mandrino che ha custodito Vercelli, durante i miei viaggi a Varallo, si è potuto garantire un minimo di servizio, Sara Bruno inizierà il 1 aprile e, dopo un periodo di inserimento, terrà aperta la sezione varallese per due giorni consecutivi la settimana».

Sara Bruno, che ha già alle spalle una lunga esperienza, certo sarà all’altezza del compito, pur gravoso, che le è stato affidato.

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