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Roasio saluta Giulio Lei: aveva 103 anni

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Di professione decoratore, trascorse sette anni nell’esercito

Si è spento all’età di 103 anni: Roasio ha dovuto salutare Giulio Lei. L’ultracentenario aveva sempre vissuto nella sua casa di Roasio Santa Maria insieme al figlio Gian Paolo. La mattina del 6 gennaio si era svegliato come sempre con una sensazione di forte stanchezza, poi le forze gli sono mancate e si è addormentato. Lunedì è stato celebrato il funerale nella chiesa di Santa Maria alla presenza di numerose persone che hanno conosciuto lui e che conoscono i figli, Gian Paolo e Pier Vittorio, entrambi in pensione. Lascia anche la nuora Daniela Zaramella e gli amati nipoti Christian (19 anni) e Manuel (17), che gli sono sempre stati molto vicini.

Durante il funerale la nipote Lorella Morino ha voluto ricordare la figura del pro-zio. «Non è da tutti, vivere quasi 103 anni. E non è da tutti vivere una vita come quella che hai vissuto tu, caro zio Giulio. Poco meno di tre anni fa, per il tuo centesimo compleanno, scrissi il racconto della tua vita, che poi fu pubblicato da molti giornali: in quell’occasione, trascorremmo un pomeriggio insieme, mentre tu mi raccontavi con lucidità tutte le tappe del tuo lungo cammino – ha spiegato -. Ecco, oggi vorrei condividere con tutti voi che siete qui per salutarlo, la sua bella storia. L’articolo dell’aprile 2015 iniziava così: “straordinario compleanno a Roasio: il 15 aprile Giulio Lei compie 100 anni”». Originario di Santa Maria dopo la scuola dell’obbligo iniziò l’attività di decoratore, nella quale si mostrò subito molto abile; all’età di 15 anni, forte di questa sua perizia, partì per la Francia, dove già risiedeva uno zio, alla ricerca di nuova fortuna. Qui lavorò per sette anni, nella zona di Mont Saint-Michel, dove fu impegnato anche in lavori prestigiosi, come l’Albergo de La Digue, proprio sul famoso isolotto roccioso. In quegli anni Giulio imparò alla perfezione a parlare, leggere e scrivere il francese e si mise in mostra anche come ciclista: da dilettante partecipò a diverse gare, vincendone alcune e sempre piazzandosi molto bene, tanto da conquistarsi grande stima nell’ambiente. Nel 1939, mentre ormai le tensioni politiche in Europa sono sempre più forti, Giulio ritornò in patria, dove deve assolvere agli obblighi di leva. Cominciò così una seconda fase della sua vita, che lo segnerà profondamente, e che ha sempre ricordato in ogni minimo dettaglio: sette anni nell’esercito. La Seconda Guerra Mondiale, i combattimenti sul fronte occidentale, poi Tobruch e infine la grande battaglia di El Alamein. Qui, in Egitto, Giulio – diventato sergente – era addetto ai rifornimenti di munizioni. Si salvò la vita, ma vide in faccia la morte. Tutto questo non fece però che rinforzare ulteriormente il suo carattere d’acciaio. Superò la prigionia e nel 1946 fu l’ultimo soldato di questa zona ad essere rimpatriato dall’Egitto. Ripreso il contatto con la sua terra, decise ancora una volta di andare in Francia, dove avrebbe voluto avviare un’attività in proprio. Si scontrò però con la normativa francese, che non gli consentì questo passo.

Non si perse d’animo, tornò in Italia, e qui aprì la sua ditta nel 1949. Nel 1952 sposò con Teresa Solio e dal matrimonio nascono Gianpaolo e Pier Vittorio. Da qui iniziò la “terza vita” di Giulio: imprenditore, padre e marito. La vita continuò, tranquilla ed appagante. Purtroppo la sua amata Teresa venne a mancare nel 1989, ma a cavallo del nuovo millennio, arrivarono i nipoti Christian e Manuel a dare nuovi stimoli a questo vulcanico nonno.

«Quel pomeriggio di quasi tre anni fa, caro zio Giulio, – riprende il ricordo Lorella Morino – mi dicesti che volevi, in occasione del tuo centesimo compleanno, dare un messaggio prima di tutto a Christian e Manuel, e poi a tutti coloro che avrebbero letto questa tua storia: “Dovete ricordare, conservare sempre – dicesti – memoria del passato: sapere da dove venite è fondamentale per poter decidere il vostro futuro”. Un futuro al quale tu straordinario centenne, sei andato incontro con il sorriso e l’orgoglio di un uomo giusto, operoso e saggio. Ciao zio Giulio, sono certa che starai già colorando le pareti del Paradiso».

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