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Romagnano piange Renato: vigile del fuoco e sportivo, aveva solo 57 anni
Romagnano piange Renato Durola: la malattia l’ha strappato ai suoi cari in poche settimane.
Romagnano piange Renato
Una persona attiva, nota e benvoluta all’interno della comunità e destinata a lasciare un profondo vuoto con la sua scomparsa. Sono stati celebrati ieri nella chiesa abbaziale di Romagnano i funerali di Renato Durola; aveva compiuto da poco 57 anni e solo da poco aveva scoperto di essere affetto di un male subdolo, che alla fine non gli ha dato scampo.
Dipendente della ditta “Brandoni” di Romagnano, era vigile del fuoco volontario al distaccamento del paese ed era grande appassionato di podismo; da alcuni anni si era tesserato per la società Gs Fulgor di Prato Sesia. Oltre al papà Franco, Renato lascia anche la mamma Enza, la compagna Cristina, i figli Alessandro con Iris, Michela con Matteo e la loro mamma Tatiana. Lascia inoltre gli zii Marino e Pina e altri parenti.
La passione per la corsa
Lo ricorda Massimo Cagnone, membro del consiglio direttivo del gruppo sportivo pratese: «Renato era un vero appassionato della corsa; era con noi dal 2017, ma nella sua vita ha partecipato a moltissime competizioni. Amava correre sulle medie e lunghe distanze e disputava molte maratone e mezze maratone. Aveva preso parte alle competizioni di Milano e di Reggio Emilia, ma il grande evento della sua vita l’aveva vissuto correndo la maratona di New York, che gli era rimasta nel cuore e di cui spesso raccontava i dettagli. Partecipava spesso anche alle gare del circuito “Gamba d’oro”, che si svolgono nella nostra zona; correva ogni volta che poteva perché per lui era una vera grande passione».
Vigile del fuoco
L’altro suo importante impegno, oltre alla famiglia e al lavoro, era il volontariato tra i vigili del fuoco di Romagnano: «Era con noi dal 1984, da quando aveva vent’anni – ricorda Giuseppe Barberis, capodistaccamento della caserma –. Il padre Franco è stato un mio predecessore e ha trasmesso a Renato il senso dell’importanza del compito che svolgiamo quotidianamente. E Renato era veramente assiduo: durante il periodo del Covid, quando ricevemmo dal comando di Novara l’ordine di tenere in servizio meno persone possibili, fui costretto a fermare numerosi vigili; ma Renato stette fermo pochissimo tempo, ma appena possibile tornò in caserma. Facciamo fatica a credere che non ci sia più, soprattutto se pensiamo che appena tre sabati fa era stato con noi a un pranzo per un nostro collega che era andato in pensione. Personalmente, lo conoscevo da quando eravamo piccoli, le nostre famiglie andavano al mare insieme; per me era l’amico di una vita».
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