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Rossa costretta a rimandare la cittadinanza onoraria al partigiano 92enne

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Rossa costretta

Rossa costretta a rimandare la cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria a Giulio Quazzola con il nuovo dpcm.

Rossa costretta a rimandare

Il partigiano Giulio Quazzola dovrà attendere per avere ufficialmente la cittadinanza onoraria: alla luce delle norme per il Coronavirus, il Comune di Rossa ha dovuto necessariamente rinviare la cerimonia. L’obiettivo era di celebrare l’avvenimento il 7 novembre, proprio in occasione dell’eccidio. Ma non sarà possibile tenuto conto anche dell’andamento della curva dei contagi e degli ultimi Dpcm. Dopo la proposta del sindaco nel corso dell’ultimo consiglio comunale il Comune di Rosa ha “ufficialmente” e unanimemente deliberato il conferimento della cittadinanza onoraria al partigiano Giulio Quazzola, unico superstite ancora in vita dell’eccidio nazi-fascista avvenuto il 7 novembre del 1944.

L’eccidio

Quel giorno Rossa conobbe direttamente, in tutti i suoi effetti, la tragica realtà della guerra di liberazione. All’alba di quel fatidico giorno un gruppo di partigiani rifugiati all’alpe Fej fu attaccato da un reparto misto di soldati tedeschi e fascisti che ne uccise in combattimento quattro e ne fece prigionieri altri cinque, successivamente portati a Balmuccia e fucilati. La memoria di quell’evento, in questi lunghissimi 76 anni, è stata testimoniata, con emozione mai attenuata, da Giulio Quazzola, partigiano combattente della brigata Garibaldi “Strisciante Musati”, classe 1928: un giovane che aderì alla Resistenza spinto esclusivamente da motivazioni ideali.

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