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Rovasenda consegna le borse di studio in memoria di Arnaldo Colombo

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Rovasenda consegna le borse di studio dedicate ad Arnaldo Colombo: attraverso i più giovani si mantiene vivo il ricordo del poeta.

Rovasenda consegna le borse di studio

Rovasenda premia i suoi migliori studenti. Come da tradizione alla biblioteca comunale “Professor Arnaldo Colombo” sono state consegnate a studenti rovasendesi le borse di studio 2020 e 2021, intitolate alla memoria del Professor Colombo, non essendosi potuta fare la cerimonia lo scorso anno, causa Covid.
Per l’anno 2019/2020 sono stati premiati: diploma scuola primaria – Riccardo Prando, diploma scuola secondaria – Rachele Martelli; per l’anno 2020/2021: diploma scuola primaria – Daniel Pilotta, diploma scuola secondaria – Eleonora Napoli.
Il sindaco Gian Paolo Baietti ha letto le dediche apposte ai tre libri del professor Colombo che sono stati donati ai premiati: «Congratulazioni: chi ben comincia è già a metà dell’opera: sono certo che questo è stato l’inizio tuo di distinguerti», «Hai iniziato bene, continua così: il sapere non è mai troppo», «Con l’augurio di un sempre proficuo studio” e ha ringraziato i preziosi volontari che gestiscono la biblioteca: Achille, Ileana e Rita, con una promessa, che siamo certi sarà mantenuta: “Ritrovarci l’8 dicembre 2022 nella biblioteca completamente ricomposta e con i volumi a scaffale aperto per favorire la consultazione».

Soddisfazione

La consigliera con delega all’Istruzione, Simona Abaribi, che lavora alla scuola primaria, ha parlato del giusto orgoglio dei genitori dei ragazzi premiati: «Ognuno è fiero del proprio figlio e in questo caso è una fierezza ben meritata». Flavio Colombo, a nome dei cugini di Arnaldo, ha sottolineato l’impegno della famiglia e l’emozione di contribuire a realizzare il futuro di giovani rovasendesi meritevoli, stimolando anche un sano spirito di emulazione nei confronti dei ragazzi che sono stati premiati. Arnaldo, uomo di scuola, avrebbe molto apprezzato queste premiazioni: Rachele Martelli ed Eleonora Napoli frequentano il secondo e il primo anno del Liceo Scientifico a Cossato, quella scuola in cui insegnò per molti anni.

Poesie e studi

L’attualità dei suoi studi ne fa tuttora un punto di riferimento per citazioni bibliografiche: nel recente volume “Scritti e ricordi della Valsesia, sessant’anni di giornalismo”, l’avvocato Enzo Barbano, che conobbe ed apprezzò Colombo, ne cita l’intervento a proposito del sacerdote Don Pietro Calderini, in riferimento al Giansenismo, che in Piemonte conobbe molte adesioni.
Nell’anno del Pinet Turlo, centocinquantesimo anniversario della nascita, settantesimo della morte e cinquant’anni di poesia dialettale valsesiana pubblicata nei Quaderni, è stata ricordata la figura di Arnaldo poeta dialettale che partecipò alla Rassegna dal 2009 al 2015, anno della morte. “Continuassiun / Cerchè da durmì, ‘ntal cor dla nocc / fastudià da mila sogn, / e l’è subit dì!”: questa brevissima poesia, quasi un haiku, riecheggia i celebri versi di Salvatore Quasimodo: “Ognuno sta solo sul cuor della terra /trafitto da un raggio di sole / ed è subito sera”, ribaltandone la visione in chiave profondamente cristiana, perché la meta è il Dies Natalis.

Tra Leopardi e Dante

In un’altra delle poesie pubblicate sui Quaderni di Grignasco il poeta rovasendese si interroga sulla felicità, intitolando la sua poesia Jacu: Giacomo Leopardi, poeta a lui fu tanto affine nel pensiero, nella visione del mondo e nella vita appartata. “La felicità? Na parola / la pu dificila da scrivi, / dis anco ‘n pueta valsesian! / Na parola infinìa, sovrumana, / sparìa ‘ntla spasiu e ‘ntal temp, / rastà sla tèra ‘mè na speransa van-a / o la mata disgrasià dl’afan!”: come non pensare all’Infinito del poeta di Recanati, cui Colombo si rivolge nella chiusa: “O Jacu, ti ca tlu sé, dimi, / ‘mè sa scrif la parola felicità?”.
Nell’anno di Dante si segnala che Arnaldo tradusse in rovasendese alcuni passi della Commedia e ricevette anche un Premio dal quotidiano La Stampa.
Il pomeriggio si è chiuso con un rinfresco offerto a tutti i presenti dalla famiglia Colombo, che ne mantiene viva la memoria.

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