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«Scuole a Trivero, è dal 2006 che aspettiamo la nuova organizzazione dei plessi»

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Il consigliere di opposizione Piero Casula torna all’attacco

«Sono undici anni che Trivero aspetta un chiaro programma di riordino dei plessi scolastici. E mi stupisce soprattutto l’assessore Elisabetta Prederigo che, prima di entrare in giunta, da insegnante, su questo argomento chiedeva dialogo e chiarezza. La nuova amministrazione è insediata da un anno ma continua a navigare a vista». Il consigliere di opposizione Piero Casula torna all’attacco. Nelle scorse settimane aveva presentato una interrogazione su quello che si intende fare per riorganizzare i plessi scolastici, chiedendo anche un confronto con tutte le insegnanti dei vari plessi e con la dirigente scolastica. La risposta dell’amministrazione comunale è stata questa: «Si comunica che si stanno assumendo alcune decisioni in merito alla futura riorganizzazione dei plessi esistenti vedendo però la scuola triverese in un’ottica complessiva. Sarà nostra cura condividere la scelta e informare le famiglie, la scuola e i gruppi consiliari».

Una dichiarazione che non ha per nulla soddisfatto Casula: «Questa è una non-risposta – commenta -. Ricordo che nel lontano luglio del 2006, secondo consiglio dell’allora sindaco Massimo Biasetti, il primo cittadino disse che bisognava pensare a una razionalizzare per risolvere il problema relativo alle iscrizioni scolastiche. Parliamo di undici anni fa. Nel frattempo abbiamo perso contributi e sono stati fatti pasticci incredibili. Adesso chiedo a che punto siamo e rispondono come si è visto. Non potendo scrivere “non romperci le scatole”, hanno usato la formula più diplomatica “ci stiamo lavorando”. Ma la sostanza non cambia: si naviga a vista».

Così il consigliere Casula lancia un appello in particolare a un assessore: «Tre anni fa Elisabetta Prederigo, allora solo maestra, aveva proposto di fare un incontro con tutte le insegnanti per decidere qualcosa con cognizione di causa. Adesso che è assessore mi sarei aspettato che per coerenza si fosse occupata del problema, oltre che pensare ai migranti… Noi abbiamo chiesto chiarimenti perchè stiamo parlando del futuro dei prossimi venti anni. Due anni fa l’amministrazione aveva tentato di chiudere un plesso delle elementari scaricando di fatto la responsabilità sulle famiglie che non iscrivevano a Pratrivero i figli. Un pasticcio che l’attuale assessore visse sulla propria pelle. E alla fine non è successo niente. Ora la scuola c’è ancora, ma manca una classe».

E così Casula rilancia l’idea di un confronto con le insegnanti, le uniche ad avere il polso della situazione. «Abbiamo una media di una trentina di nuovi nati all’anno ed è logico che con questi numeri tre plessi non li salviamo – sottolinea -. Ne teniamo uno o due? Ma soprattutto dobbiamo evitare che i nostri ragazzi non finiscano nelle altre scuole, quindi bisogna fare incentivi seri e fare un ragionamento sui plessi. Quest’anno è andata bene a Pratrivero, ma la ruota gira… Cosa fare dei vari edifici? Si può pensare anche a un plesso nuovo. E magari incentivare i lavoratori delle nostre aziende che arrivano da fuori a portare i bambini nelle nostre scuole». La porta al dialogo è aperta: «Mi auguro che l’assessore Prederigo, folgorata dalla poltrona sulla via di Damasco, ritorni a essere quella insegnante che voleva coinvolgere tutte le maestre e proporre una soluzione. E’ chiaro che non vogliamo ripetere l’esperienza passata. Diamo tutta la nostra disponibilità a parlare e dialogare. Ma non rispondere all’interrogazione non è un dispetto al sottoscritto, ma al mondo della scuola e ai genitori».

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