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Sebastiano Bianchi è vivo ed è tornato a casa

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Sebastiano Bianchi è tornato a casa: sta bene. Dopo tre giorni di scomparsa e il timore sempre più concreto che potesse essere morto nelle acque del Lago Maggiore, questa notte è tornato dai genitori.

La scomparsa e il ritorno di Bianchi

Come riporta Prima Novara il giocatore del Legnano basket Knights la cui scomparsa aveva tenuto con il fiato sospeso tutto il mondo del basket e aveva mobilitato una poderosa macchina di soccorsi, si è presentato nella notte a casa dei genitori a Verbania. Per due giorni interi era stato cercato nel Lago Maggiore, dopo il ritrovamento della sua auto parcheggiata, aperta e con all’interno le chiavi e il cellulare completamente resettato, in largo Palatucci a Verbania. Gli sforzi dei Vigili del fuoco e della Protezione civile (in campo gommoni, sommozzatori, cani molecolari) erano stati vani e sia martedì che ieri, mercoledì, le ricerche erano state interrotte al sopraggiungere del buio. Le indagini dei Carabinieri di Verbania però non si sono mai arrestate: l’attenzione degli uomini dell’Arma si era concentrata in particolar modo su un’auto che nella notte tra lunedì e martedì aveva affiancato quella di Bianchi, come è emerso dalle registrazioni di una telecamere di sorveglianza che però non hanno restituito immagini abbastanza nitide per leggere la targa o identificare le persone.

Il mistero della seconda persona

A rivelare che Sebastiano, prima di fare perdere le proprie tracce, aveva incontrato qualcuno era stato il fratello Mattia Bianchi, che dal proprio profilo facebook aveva diffuso un appello accorato:

“Come molti di voi già sapranno, la notte tra lunedì e martedì mio fratello Seba è scomparso – scrive Mattia Bianchi sul proprio profilo facebook – La cosa più probabile è che abbia deciso di togliersi la vita, magari buttandosi nel Lago Maggiore, senza però lasciare alcuna traccia. Appena prima di compiere quel gesto, o comunque di dileguarsi nel nulla, sappiamo che è stato con una persona che è arrivata con la sua macchina proprio dove Seba ha abbandonato la sua. Io non so se questa persona abbia materialmente aiutato mio fratello, non mi importa. Vorrei solo dirle, per favore, se è un essere umano, di mettersi in contatto con me per fornire alla mia famiglia qualsiasi informazione utile al ritrovamento del corpo. Forse non io, ma ti assicuro che mio padre e mia madre, che sono stati per entrambi i migliori genitori possibili, se lo meritano”.

In serata, l’appello dei compagni di squadra a Chi l’ha visto. E un paio d’ore più tardi, l’abbraccio con i famigliari.

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