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Serravalle ricorda Amalia Bevilacqua: ha amato la vita fino all’ultimo

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Serravalle ricorda Amalia Bevilacqua Bosonotto Negro. Si è spenta la scorsa settimana a 96 anni.

Piane di Serravalle in lacrime per Amalia Bevilacqua

Dolore a Piane per la scomparsa di una donna molto conosciuta, attiva nel mondo dell’associazionismo. Amalia, vedova Bosonotto Negro, è mancata la scorsa settimana all’età di 96 anni.

La donna ha lasciato i figli Dina con Massimo e Giorgio con Laura e i nipoti. Il funerale è stato celebrato venerdì 4 febbraio nella chiesa di San Giacomo, nel cuore della frazione serravallese. Dopo le esequie la salma ha proseguito il suo viaggio fino al cimitero di Naula.

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Il ricordo del Comitato carnevale

Non appena si è sparsa la notizia della dipartita il Comitato carnevale di Piane ha pubblicato un accorato comunicato.

«Questi sono giorni tristi per la nostra frazione. Un caro ricordo va ad Amalia, che ancora il mese scorso alla “consegna dei panettoni” con la sua dolcezza e lucidità non ha perso l’occasione per ricordarci quanto fossimo belli noi ragazzi “giovani”. Un sentito abbraccio alla sua famiglia da tutto il Comitato carnevale».

Il ricordo di Piera Mazzone

Tra coloro che hanno avuto modo di conoscere Bevilacqua c’è anche Piera Mazzone, che ha voluto ricordarla con queste parole.

Amalia Bevilacqua era nata nel 1925 a Papozze (Rovigo), ma, piccolissima, con la famiglia si era trasferita a Vercelli e poi a Serravalle, dove ha sempre vissuto.

Sposata con Luigi Bosonotto Negro, nel freddo gennaio 1960 aveva partorito due gemelli: Dina e Giorgio. Ha sempre abitato in regione San Giacomo, vicino alla chiesa, e finché le forze gliel’hanno consentito, ha partecipato alla celebrazione della messa. La ricordo seduta nei banchi della navata sinistra, accanto a molte altre signore che oggi non ci sono più.

Era una persona allegra, espansiva, socievole, ottimista, e soprattutto ironica ed autoironica: si metteva in gioco, e sapeva accettare le battute. Lei e l’amica Lida avevano vinto il concorso per Miss Befana: ne era particolarmente fiera.

Questo temperamento forte e positivo le aveva consentito di superare nel 1995 la prematura perdita del marito, aiutata in questo dalla figlia Dina, che le è sempre stata accanto e oggi è profondamente addolorata.

“L’ho lasciata la sera prima salutandola mentre mi accingevo ad andare a lavorare: “Ciau pitta”, al mattino dopo, rientrando alle sei, mi ero messa a letto e dopo qualche ora Alice mi aveva chiamata, allarmata, purtroppo non c’era più nulla da fare: la mamma era spirata per un infarto”.

Amalia amava la vita e nonostante fosse ben conscia dei tanti anni che gravavano sulle sue spalle, soleva ripetere un vecchio detto popolare: “La vègia la vol mai murì, parchè n’ampara una tucc i dì”. Si interessava a ogni cosa, amava le visite, e i vicini di casa passavano volentieri a salutarla perché era sempre affettuosa e gioiosa.

È stato persino difficile trovare una foto in cui fosse da sola, perché era spesso in compagnia. La sua memoria con il tempo non si era affievolita, ma era diventata selettiva: preferiva ricordare il bene, il resto lo lasciava cadere nell’indistinto passato polveroso.

Ciao Amalia, certo avrai portato con Te lassù tanti sorrisi e belle risate e avrai subito organizzato una festa con ballo, aggiornato sui motivi dell’ultimo Festival di Sanremo.

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