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Servono infrastrutture per l’imprenditoria biellese

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Servono infrastrutture per le imprese biellesi. A chiederlo è il presidente dell’Unione industriale Carlo Piacenza.

Servono infrastrutture nel Biellese

“Questo Paese merita di più”. Lo ha detto il presidente Vincenzo Boccia nei giorni scorsi a Bologna riferendosi alla infrastrutture che “sono la precondizione per una società inclusiva: collegano la periferia ai centri e il Paese al mondo”. E lo ribadisce Carlo Piacenza  ancora una volta, sia come presidente dell’Unione Industriale Biellese che come cittadino: «Il Biellese merita infrastrutture adeguate, merita un collegamento ferroviario veloce con Torino e con Milano. Il Biellese ha urgentemente bisogno di collegarsi al resto del Paese per uscire dal suo isolamento che ha portato paradossalmente una delle province più redditizie dell’Italia ad un impoverimento non solo economico ma anche psicologico, che è ancora più drammatico. Il territorio ha sempre dato tanto come eccellenza manifatturiera e come capacità manageriali, per non parlare dei contributi versati allo Stato da imprese e cittadini, con l’unico difetto di non essersi mai lamentato. Ora, per una volta, vogliamo gridare quanto sia di vitale importanza non ritardare ulteriormente la realizzazione di interventi infrastrutturali già previsti». E aggiunge: «Inoltre, come ha dichiarato nei giorni scorsi il nuovo ad di FS, Gianfranco Battisti, il piano industriale quinquennale punta proprio sul trasporto regionale. Un collegamento diretto con Milano e con Torino è un investimento che avrebbe ritorni immediati. Biella è un territorio bellissimo, dove tutto è ancora a misura d’uomo, che conta su buone scuole e un ospedale di eccellenza. Con quello che si paga un garage a Milano, qui si compra una casa. Sarebbe la meta ideale per migliaia di famiglie che potrebbero pensare di vivere qui e continuare a lavorare (o studiare) a Milano o Torino. Senza contare che noi biellesi lasceremmo volentieri a casa l’auto per prendere un treno che sia comodo: oltre a ridurre i tempi di percorrenza e i costi di trasporto avremmo anche la possibilità di lavorare grazie a laptop e smartphone, che sono il nostro “ufficio in tasca».

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