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Settecento chilometri in bici per aiutare i terremotati

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Manlio Pasqualin è partito da Valduggia sulla sua due ruote per portare un assegno ad Accumoli

E’ un gesto di solidarietà che viaggia su due ruote quello del valduggese Manlio Pasqualin. “Facciamo presto” è stato il motto che lo ha accompagnato da Valduggia ad Accumoli, uno dei centri che lo scorso 24 agosto è stato colpito dal terremoto. Un viaggio finalizzato a consegnare di persona il denaro raccolto in paese per aiutare una delle famiglie a cui il sisma ha portato via tutto. «Appena saputo del terremoto – spiega il valduggese Pasqualin – mi sono sentito in dovere di muovermi per dare una mano. Per consegnare il denaro raccolto avrei potuto effettuare un bonifico o rivolgermi alle associazioni che sono intervenute dopo il sisma, invece ho scelto di andare di persona. Ho fatto il viaggio in bici insieme a Dario Valsesia, un carissimo amico di Borgomanero».

Niente comodità, però. Per raggiungere Accumoli il valduggese ha scelto le due ruote: «Con la bici sono andato sempre ovunque, ho girato non solo tutta l’Italia ma anche gran parte dell’Europa – racconta -. Per questo non ho dovuto pensare due volte all’idea di andarci in bici: in 40 ore ho percorso quasi 700 chilometri; una fatica da nulla in confronto a ciò che ho trovato quando sono arrivato ad Accumoli. Ho visto paesi fantasma, percorribili solo a piedi o in bicicletta per i tanti detriti che c’erano in mezzo alle strade. E’ stata un’esperienza surreale, anche difficile da spiegare. Dire che regnava la tristezza è poco, attorno a me c’era solo un silenzio assordante».

E’ stato proprio a una famiglia di Accumoli che Pasqualin ha deciso di donare il denaro raccolto a Valduggia, circa 3.200 euro: «Alcuni amici che avevano soggiornato in un bed & breakfast del paese mi hanno indirizzato da loro – spiega -. All’arrivo ho trovato una famiglia molto segnata da quanto successo. Sebbene, per fortuna, non avessero perso nessuno dei loro familiari, non avevano però più nulla, nè la casa e nemmeno la loro attività lavorativa. Vivevano in un container con appena i vestiti che avevano indosso la notte del sisma e qualcuno che gli è stato donato». Appena arrivato Pasqualin è stato accompagnato in paese, dove si è reso conto della forza del terremoto: «Non c’era nulla – racconta con il groppo in gola -. Ho avuto l’opportunità di conoscere persone che ricordavano le vittime del terremoto, qualcuno era disperato, altri rassegnati, ma erano veramente pochi i fiduciosi e coloro che guardavano ancora con ottimismo al futuro. Una volta lì ho capito di aver fatto la cosa giusta».

La solidarietà per Accumoli non si è però esaurita con il viaggio in bicicletta: «Prossimamente ospiteremo la famiglia che abbiamo aiutato – conclude -: quando saranno qui prepareremo alcune delle loro ricette tipiche, sotto la loro direzione, per due cene benefiche che vorremmo proporre sia a Valduggia che a Borgomanero».

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