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Si cerca l’acqua minerale nelle montagne sopra Trivero

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Tra San Bernardo, Baso, le piane di Barbato, la Bellaria e il monte Rubello 

Un progetto per avviare l’imbottigliamento di acqua minerale nel cuore della Valsessera. Potrebbe nascere l’acqua Oasi Zegna in futuro, anche se per ora c’è solo la concessione per la ricerca di nuove risorse idriche minerali nella zona dell’alto Triverese. A presentare il progetto agli uffici della Provincia è la società Sorgenti Ez srl (dove Ez sta per Ermenegildo Zegna) e la zona di ricerca riguarda un’area di 154 ettari. Come viene specificato nella documentazione presentata in Provincia e pubblicata nell’albo pretorio, l’obiettivo dell’intervento è di andare a individuare nuove risorse di acque minerali nel sottosuolo, approfondire le conoscenze idrogeologiche tramite sondaggi esplorativi, realizzare eventuali nuove opere di captazione utilizzando tecnologie in grado di isolare le risorse idriche minerali e infine elaborare un modello in grado di supportare la gestione della risorsa idrica minerale e definire le modalità operative per minimizzare qualsiasi interferenza quantitativa o qualitativa con le fonti di approvvigionamento idropotabile presenti.

Nella documentazione, Sorgenti Ez sottolinea che «per le indagini idrogeologiche e di prelievo di campioni di acqua non si produrrà in alcun modo modificazioni o trasformazioni del suolo». Il permesso di ricerca ha una durata di tre anni ed è prevista una spesa di massima per l’attuazione del programma di ricerca pari a 200mila euro. Ad occuparsi del progetto sarà il geologo Giovanni Savazzi con il supporto tecnico della società Idroricerche srl di Chiusa di Pesio, in provincia di Cuneo, mentre le analisi chimiche e fisiche saranno effettuate dal dipartimento di chimica analitica dell’Università di Torino. L’area interessata dalla ricerca si trova all’interno di un parallelepipedo tra località San Bernardo dove sorge il santuario, località Baso, le piane di Barbato, la Bellaria e il monte Rubello.

La zona dell’alta Valsessera non è nuova a progetti di ricerca di acqua, già sette anni fa una società di Coggiola aveva presentato uno studio di fattibilità per l’area del Cornabecco, il progetto però non ha avuto seguito. In alcune zone non lontane l’idea ha funzionato e ha prodotto ottimi risultati: per esempio, a Graglia è sorto un colosso come Lauretana, la cui fonte si trova nel sito protetto del massiccio del Monte Rosa e scende verso una sorgente artesiana situata a 1.050 metri di altezza. Ma anche in Valsesia c’è l’acqua Valverde, che “sgorga microbiologicamente pura” (come si legge) dalla viva roccia in Valsesia, alle pendici del Monte Rosa, in un ambiente incontaminato.

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