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Signor Anas, la storia del ponte definitivo a Romagnano è un’altra presa in giro. La lettera

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Signor Anas, la storia del ponte definitivo a Romagnano è un'altra presa in giro. La lettera

«Signor Anas, le scadenze annunciate sono impossibili da rispettare»: a seguito dell’annuncio da parte di Anas che l’apertura del ponte provvisorio di Romagnano aprirà non prima del 22 novembre, riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta di Claudio Sagliaschi, storico di Prato Sesia.

«Signor Anas, scadenze impossibili»

«Egregio signor Anas, credo di aver scritto da qualche parte un po’ di tempo fa che se ero fortunato avrei visto la fine del ponte provvisorio entro la fine dell’anno, ma non avrei certamente visto l’inaugurazione del ponte definitivo. Questa prima affermazione sembra, mio malgrado, darmi pienamente ragione per il semplice fatto che osservando l’avanzamento dei lavori risultava praticamente impossibile rispettare le scadenze che Lei a più riprese e fino alla scorsa settimana, ha continuato a pontificare prendendo per i fondelli mezzo mondo che credevano alle sue parole. Era impossibile perché il completamento dei lavori, come Lei sa benissimo, non comporta solo la posa della struttura, ma implica anche il termine degli accessi, ma soprattutto le verifiche di collaudo che – sappiamo tutti – non si chiudono con l’ok del collaudatore, ma necessitano di approvazioni e firme degli organismi preposti che hanno la loro tempistica burocratica.

Lei, signor Anas, ha preso in giro parecchia gente con le sue presunte continue certezze. Da coloro che si sono attivati con il loro interessamento, agli stessi sindaci che forse sanno leggere ma non interpretare, perché un conto è dire che a fine ottobre in ponte è in piedi, ma un altro conto è che passino le automobili».

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Responsabilità

«Ma il suo errore signor Anas va ben oltre alla presa in giro altrui perché alla fine dei conti ha preso in giro anche se stesso, e considerato che non è certo dalla scorsa settimana che lei sapeva dell’impossibilità a chiudere la questione nei tempi prefissati, non ha avuto il coraggio già mesi fa, di affermare che non si era in grado di farlo. E così la presa in giro le si è rivoltata contro facendo diventare Lei persona poco affidabile quantomeno nelle dichiarazioni. Lei è poco esperto in psicologia signor Anas, perché sarebbe bastato affermare dall’inizio che i lavori si sarebbero conclusi entro la fine dell’anno ed era tutto a posto. Chi e con quali titoli avrebbe potuto contestarle tale data? Se poi i lavori finivano quindici giorni prima lei era visto da tutti come colui che aveva rispettato gli impegni per di più in anticipo, ed erano tutti felici.

Ma l’altra questione è il tentativo di giustificarsi con alluvioni che non ci sono state, ma soprattutto con i due/tre mesi persi per la famosa “finta” bonifica bellica. A parte il fatto che aspetto ancora i famosi articoli di legge che la imponevano nel caso specifico, e che Lei si guarda bene dall’enunciarli; ma poi si dimentica di dire che tale bonifica è stata ordinata da Anas, quindi da Lei stesso, dando anche il primo appalto ad una ditta che poi non l’ha svolta. Quindi si prenda anche questa responsabilità perché fa parte del suo stipendio pagato da noi».

Il ponte definitivo

«L’ultima questione è la dichiarazione che state già lavorando con i progetti del ponte definitivo che sta a significare che tutti devono stare tranquilli. Vorrà mica scherzare? Certo i progettisti staranno lavorando, ma finito un progetto se ne farà un altro, e forse un altro ancora, dopo di che si salderà il conto ai progettisti perché i soldi per loro ci saranno. E tutto va nel cassetto chissà per quanto ancora, perché mancherà il finanziamento dello stesso ponte. E ce ne vorrà prima che arrivi, perché a qualcuno conviene di più pagare l’affitto del ponte e tirare a campare.

Perché questo? Perché, che piaccia o non piaccia, questo ponte non è visto come una priorità negli uffici che contano. Qui non è come Genova che ha avuto una tragica visibilità mondiale per i morti e per un’arteria fondamentale. Ed in più Renzo Piano. La nostra realtà è ben diversa con il traffico della Valsesia che scende direttamente a Gattinara senza la necessità del ponte. Il traffico della bassa novarese che sale direttamente verso Gattinara senza la necessità del ponte. Rimane il traffico della direttiva Borgomanero-Cossato che sarà risolto con la Pedemontana che s’innesterà in autostrada. Rimarranno solo i poveri pendolari locali. E questa non è una priorità per la politica ad alto livello.
Cordiali saluti signor Anas».

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2 Commenti

1 Commento

  1. Francesco

    4 Novembre 2021 at 22:38

    Parole sante..purtroppo nemmeno certe situazioni vedi pandemia è riuscita a scuotere le coscienze delle persone. Prevale sempre il ruba tu che rubo anch’io. E sempre i soliti che pagano e pagheranno sempre la comunità. Saluto a tutti.

  2. Marco Baiocato

    6 Novembre 2021 at 11:58

    Ma si può dare un nome, o anche due, a questo SIGNOR ANAS???
    L’ingegnere Raffaele Celia è il Capo Compartimento della Viabilità dell’Anas per il Piemonte. Ed è stato nominato dal Presidente dell’Anas Pietro Ciucci.
    Possibile che non si possa mai denunciare nessuno, visto la bella esposizione dei reali fatti scritti dal signor Sagliaschi, al quale faccio i miei complimenti.
    BOH! La solita giustizia/burocrazia….
    MarcoB

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