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Teresa, una donna che si è sempre spesa per gli altri. Il ricordo

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Teresa, una donna che si è sempre spesa per gli altri. Il ricordo letto in chiesa.

Teresa, una donna che si è sempre dedicata al prossimo

Teresa Debernardi si è spenta a 81 anni, lasciando addolorati le comunità di Quarona e Cervatto. Di seguito l’affettuoso ricordo in sua memoria, letto in chiesa durante i funerali dall’amico Patrizio Minaroli.

Ciao Teresa, non sembra vero non vederti più seduta al solito banco qui in chiesa. E non mi sembra vero che io sia qui a ricordarti. Pur con fatica lo sto facendo, e so che ti avrebbe fatto piacere. Voglio ricordarti da dove tutto ebbe inizio.

Cervatto ti ha dato i natali, tu prima di sei fratelli. Famiglia numerosa che di lì a poco, dopo la nascita della piccola Rosa, salutò la loro mamma, volata in cielo troppo presto. Tu, a soli 19 anni, sei diventata ancora più adulta di quello che già eri. Una famiglia intera da accudire, da far crescere.

Tu appartenevi alla categoria di persone che hanno accantonato i propri desideri per dedicarsi al prossimo. L’hai fatto senza esitazione. Mi raccontava la mia cara mamma, vicina di casa a Cervatto in frazione Giavina e poi a Quarona, di quando abitavi in frazione Taponaccio, a quasi 1300 metri. Anche negli inverni più duri scendevi con i tuoi fratelli per andare a scuola e con qualsiasi condizione meteorologica partivi con zaino in spalla, con tanto di bottiglione di latte appena munto e legna da ardere da portare in classe per scaldare l’aula: una volta si faceva così.

Poi, giunti in paese, subito a casa di Annetta a fare una veloce colazione a base di latte, caffè e pane duro da inzuppare; nel mentre la stufa di Annetta asciugava calzettoni e scarponi fradici, dopo che avevate sgomberato la strada dall’improvvisa nevicata notturna. Quante fatiche, vero? Ma mai ho sentito dire da te un «poteva essere diverso». Ma «ho faticato perché era giusto così».

Le nostre strade, chissà per quale destino, si sono sempre incrociate, prima a Cervatto e poi a Quarona. Io abitavo nel rione San Rocco. Di lì a poco, sposandoti con il tuo amato Marco, saresti venuta ad abitare lì vicino, in via Mulini. Dopo ci saremmo rincontrati in via Beata al monte: quanti pranzi e frugali merende con gli immancabili tortelli della Teresa, miacce e tutte quelle buone antiche cose.

Sai Teresa, voglio pensare che anche in questo triste momento il fato abbia voluto così. Mi dicevi sempre «Vorrei fare ancora tante cose, ma non ci riesco». Sarebbe stato per te un’ingiusta punizione non sentirti più utile per la tua famiglia e i tuoi adorati nipoti. Ma anche per le comunità di Fobello, Cervatto e Quarona. Mancherai a molti: aspiravi ad essere amata e ci sei riuscita. A don Matteo mancheranno anche i tortelli della Teresa che accompagnavano sempre graditi le feste della parrocchia. E a me mancherai… «Patrizio, mi raccomando, fammene una copia che la metto assieme alle altre». Promesso che te la darò, quando il destino e il buon Dio lo vorranno.

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