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Trenta feriti al ”pronto” dopo un incidente stradale: ma è un’esercitazione

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Test all’ospedale di Vercelli per verificare la “tenuta” del servizio: e a Borgo ci si lamenta per le lunghe attese

Trenta feriti che arrivano uno dopo l’altro al pronto soccorso dell’ospedale di Vercelli: che cosa accade? E’ questa la risposta che si è voluta dare organizzando l’altro giorno un’esercitazione che imponeva alla struttura una situazione limite. L’Asl di Vercelli ha messo in atto il cosiddetto Peimaf, il Piano di emergenza intraospedaliero in caso di massiccio afflusso di feriti.  Il gruppo di lavoro per la stesura del Peimaf è stato coordinato dal dottor Pier Carlo Scarone, referente aziendale per le maxi emergenze. Un piano a cui la direzione medica e le diverse strutture sanitarie interessate hanno lavorato per diversi mesi e che detta le regole da seguire in caso di un’emergenza di questa natura.

«In questa esercitazione – sottolinea il direttore del pronto soccorso Roberta Petrino – abbiamo voluto rappresentare tutte le situazioni che normalmente vediamo; anche gli stati di agitazione che come fenomeni sono spesso ricorrenti e hanno comunque un peso nella gestione complessiva dell’emergenza. In questi mesi sono stati effettuati oltre 20 corsi proprio legati all’applicazione del Peimaf per il personale sanitario.  Casi come quello simulato possono verificarsi ogni giorno ed è per questo che è molto importante preparare il personale a questa evenienza».

 

Intanto però a Borgosesia ci si continua a lamentare per le attese eterne che in caso di coda si è costretti all’ingresso del pronto soccorso: ancora nei giorni scorsi una discussione su Facebook di utenti infuriati segnalava anche più di tre ore per accedere alla visita.

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