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Valsessera ricorda il partigiano “Aramis”: se n’è andato un pezzo di storia

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Valsessera ricorda il partigiano “Aramis”, protagonista della Resistenza e memoria storica.

Valsessera ricorda il partigiano “Aramis”

Se ne è andato “Aramis”, uno degli ultimi volti partigiani della Valsessera. Nenello Marabelli, 95 anni, di Coggiola, era molto conosciuto in zona soprattutto per il forte legame che ha avuto con la Resistenza e la lotta partigiana. Il suo funerale, in forma civile, si è svolto ieri mattina, lunedì 2 novembre, nel piazzale antistante il cimitero del capoluogo.

L’ultimo testimone

In tanti se lo ricordano davanti alla sede dell’Anpi, di cui era presidente onorario, a organizzare qualche evento, o a sistemare le foto di quel periodo storico, in modo che fossero ben visibili. «Cercava di raccontare la vita che gli è rimasta dentro – ricorda Tiziano Bozio Madè -. È rimasto forse l’ultimo rappresentante di quella stagione, e ha dedicato tutta la sua vita a quella che è stata la Resistenza per lui, che ha vissuto in prima persona fino in fondo, con dedizione».

Fondatore del gruppo “Matteotti”

Marabelli era nato il 16 marzo del 1925, a 18 anni aveva deciso di non andare al fronte e l’8 settembre era salito in montagna. A ricordarlo è il nipote Stefano. «Mio nonno, l’ex sindaco di Coggiola Matteo De Biasio e altri giovani avevano fondato il gruppo “Matteotti” prima al Cavallero, poi a Viera e a Noveis. Il campo aveva avuto una fine spiacevole, perché il capo si era arreso ai tedeschi. Mio nonno era quindi scappato e si era unito al comandante del distaccamento “Pisacane” di Francesco Moranino detto “Gemisto”».

Presidente Anpi

«Era con la 12ma divisione “Nedo” durante la liberazione di Vercelli il 25 aprile del 1945. Mi raccontava delle sue esperienze e lo faceva con passione, perché ci credeva. Per questo teneva aperta la sede dell’Anpi tutti i giorni, anche a Natale e Pasqua. Dell’Anpi fu anche presidente. Era molto legato anche a Noveis e alla cerimonia che si svolgeva lì ogni anno. Quando è caduto in casa, qualche settimana fa, il suo rimpianto era stato di non poter salire lì a ricordare i partigiani, come tutti gli altri anni.».

Una macelleria e passione per la pesca

«Aveva lavorato per anni come macellaio: il negozio lo aveva aperto il suo papà, ma la sua grande passione era la pesca, era stato anche presidente dell’associazione pescatori di Coggiola. Mi ricordo che quando ero più piccolo mi portava con lui a pescare, erano dei bei momenti di condivisione».

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